Le strade per giungere a Dio sono tante e diverse. Quella scelta dall’Associazione VivArte, di Sternatia, associata a Chorus Inside Puglia, col Coro polifonico femminile diretto da Giusy Zangari, ha utilizzato il percorso del canto, affiancato da un approfondimento dei testi, curato da Antonio Soleti (editore di PaiseMiu).
Il concerto-meditazione, si è svolto mercoledì scorso, presso la chiesa di Santa Teresa a Lecce. Il coro polifonico, costituito da Annarita, Angelica, Gloria, Anna e Maria Grazia e da Giusy Zangari, voce narrante e solista, ha avuto il privilegio di cantare sull’altare.
Alle sue spalle, la suggestiva tela raffigurante “La Vergine col Bambino e i Santi”, davanti, la natività ed un pubblico numeroso e caloroso, tra cui è doveroso citare il nunzio apostolico, l’arcivescovo Luigi Pezzuto. Ad introdurre l’evento, il rettore della chiesa, don Alessandro D’Elia, che è anche direttore del Centro mediterraneo di cultura e spiritualità “Giovanni Paolo II”.
Ad accompagnare il coro polifonico alla tastiera, il maestro Valerio De Giorgi (pianista, direttore compositore e docente presso il Conservatorio Tito Schipa di Lecce). Il canto iniziale “Maria fanciulla di Nazareth” mette al centro la figura di Maria, nata a Nazareth, da Gioacchino ed Anna, dopo lunghi anni di attesa, di preghiere, digiuni e lacrime versate. Dio, infatti, ascoltò le loro suppliche e diede loro il dono della nascita di Maria. Portata in seguito al Tempio, fu consacrata al servizio dello stesso. Con “L’infanzia di Maria”, l’Angelo Le annuncia la sua futura e preziosa maternità, Maria, nel momento del concepimento ancora una volta accoglie, e si mette al cospetto di Dio come Sua umile serva. Il canto “Ave Maria” sottolinea come Maria, figura carismatica e centrale per il passaggio da un Dio distante ad uno dal volto più umano e misericordioso, sia mediatrice di grazia.
Intensa l’interpretazione offerta nel “Magnificat” di don Marco Frisina dalla soprano Giusy Zangari, e dal coro che ne ha sostenuto il patos. Ma il cammino di Maria è irto di ostacoli “Ave Maria” di De André, eseguito da Gloria (chitarra e voce), e sofferenze, come quella che patirà per la morte del figlio sulla croce, e che l’accomuna alla sofferenza di altre due madri, quelle dei ladroni: Tito e Dimaco, citate in “Tre Madri”, Voci soliste Angelica, Anna e Giusy. Si ritorna alla dolcezza della maternità con “Fermarono i cieli”. Poi, un omaggio alla terra di Calabria, terra d’origine della Zangari con “Che duci”.
Ancora un canto musicato dalla Zangari e scritto in griko dal poeta Giglio Pellegrino recentemente scomparso. La serata si è conclusa con “Madre fiducia nostra” e “Pacem in terris”, con l’auspicio che si compia davvero, perché come dice Papa Francesco “Per fare pace ci vuole coraggio, molti di più che per fare la guerra”.