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Nel corso delle vacanze estive ci sarà sicuramente capitato di riconoscere che l’esperienza della bellezza (un tramonto sul mare, una città d’arte, un quadro, uno scorcio suggestivo) sia in grado di metterci in contatto con una dimensione dell’umano che non sempre frequentiamo.

 

 

Essa ci dona attimi di contemplazione che dischiudono ai nostri occhi un mondo diverso ed una diversa comprensione di noi stessi. L’esperienza estetica è capace di farci accedere in modo immediato e sensibile ai più elevati livelli dello spirito umano, lì dove nascono le domande di senso ed ha luogo l’incontro con l’assoluto.

In particolare, l’arte, in quanto opera umana, ci parla sempre della relazione dell’uomo con ciò che lo trascende e lo supera; ciò che non può essere detto o compreso con le parole, può essere espresso e comunicato in immagini. È sempre avvenuto così nella storia.

Eppure, se tale discorso è subito comprensibile ammirando la perfezione dell’opera di Leonardo e Michelangelo, o l’inquietudine dei quadri di Caravaggio, un po’ più difficile è intuire (soprattutto senza una guida) nei tagli sulla tela di Lucio Fontana, ad esempio, la ricerca di un significato e di un senso che supera la superficie della realtà che deve essere per questo squarciata e attraversata per aprire una nuova luce.

L’arte contemporanea e poi la sua contaminazione con il mondo delle immagini dei social media pone problemi e suscita domande a cui non è possibile dare una risposta senza un adeguato manuale d’istruzioni, che nessuno si è preoccupato di fornirci, sebbene ogni giorno ciascuno di noi sia quotidianamente esposto ad un bombardamento di immagini che (anche senza il nostro permesso) vanno a costituire il modo con cui ci raffiguriamo la realtà, il mondo, l’invisibile, Dio.

Padre Andrea Dall’Asta, architetto e gesuita, uno dei maggiori esperti di arte sacra, che da anni ha orientato il suo lavoro nella ricerca intorno al rapporto tra arte ed esperienza di Dio, è sicuramente in grado di fornirci tali strumenti e di guidare la riflessione intorno a questi temi.

Il prof. Dall’Asta è infatti direttore della Galleria San Fedele di Milano, un centro culturale con ampi spazi espositivi che pone tra i suoi obiettivi quelli di ristabilire un dialogo fecondo tra arte e fede, valorizzare l’arte come luogo di denuncia politico-sociale, promuovere la formazione di giovani artisti e la conoscenza dei talenti emergenti sia nel settore delle arti figurative che in campo musicale e cinematografico.

Padre Dall’Asta, domani 6 settembre, alle 19, presso la Pinacoteca del Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, terrà una conferenza sul tema “Il desiderio di Dio nell’arte. Un itinerario tra morte e vita”.

Il suo contributo potrà essere sicuramente un aiuto prezioso per orientarci all’interno di un ambito complesso che sta attraversando profonde e rapide mutazioni come quello dell’arte contemporanea nel rapporto con il trascendente e soprattutto perché l’arte non sia ridotta ad oggetto di consumo, ma possa conservare il proprio potenziale disvelante dell’interiorità umana in dialogo con Dio.

 L’evento rientra nel ciclo di incontri “Tra orrore e bellezza dell’umano” promossi dalla Comunità della Casa in collaborazione con Fondazione Div.ergo e Associazione C.A.SA. Ingresso libero.

 

 

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