Mercoledì sera, 21 novembre presso l’Oratorio centro giovanile salesiano di Lecce è partito il Gruppo giovani, un percorso di crescita umana e spirituale per giovani dai 18 ai 23 anni.
Si tratta di un incontro mensile attraverso cui si vogliono suscitare domande nei giovani, non tanto dare risposte quanto provare a scuoterli laddove non si pongano le domande giuste e importanti, anche scomode: troppi giovani vivono nella propria zona di comfort, e questa alla lunga appiattisce, svuota di domande vere, di ricerca autentica, non dona la felicità, quella piena e bella, che può scaturire solo da un cuore che si interroga sulle ferite e sulle bellezze della propria vita, che impari a riconoscerle e leggerle attraverso un cammino che sia allo stesso tempo umano e spirituale.
Perché, come afferma Ermes Ronchi: "Non mi interessa una spiritualità che non faccia fiorire l'umano”: la spiritualità si coltiva a partire dalla dimensione umana - cioè a partire da una conoscenza profonda e attenta di sé, delle proprie emozioni, del proprio essere, da quello che si vive, dal dare un nome alle cose - perché solo partendo dalla dimensione umana è possibile coltivare la propria libertà interiore e quindi un rapporto libero e sereno con il Signore. I giovani vanno educati alla preghiera, altrimenti la vivono come rifugio o scappatoia dai loro problemi, o non la vivono affatto perché la vedono come distante da loro, dalla loro vita..mentre la preghiera non è un rifugio, non è una scappatoia o qualcosa di distante, ma il momento di incontro tra tutte le domande, le paure, i dubbi che il giovane si porta dentro e una presenza salda, che ama e che consola, che libera e fortifica, che è Dio.
La speranza è che tanti giovani sentano il bisogno di interrogarsi e camminare per incontrare se stessi, gli altri, Dio. Il Gruppo Giovani è un’occasione per farlo! In stile salesiano, che è quello della gioia, e a partire dai tre punti della spiritualità salesiana: l’amicizia con Gesù (“Con te o senza di te non è la stessa cosa”), l’appartenenza alla Chiesa (“Madre per molti, casa per tutti”), il servizio responsabile ( “Io sono una missione – per la vita degli altri”).
Quest’ultima, la missione, è la tematica specifica di quest’anno : educatori e giovani si interrogheranno insieme su come sono o possono essere missione a partire dalla propria vita, dal proprio quotidiano (che è qualcosa di molto concreto e tangibile!). Approfondiranno la domanda “per chi sono io?”, che non sostituisce la domanda fondamentale “chi sono io?”, ma né dà in un certo qual modo compimento: io scopro chi sono anche in relazione con l’altro, con il mio essere missione, con il mio mettermi al servizio, perché non siamo isole, la vita cristiana è una vita di relazione!
E gli educatori? Vogliono essere compagni di viaggio che camminano accanto ai giovani, insieme a loro, nello scoprire la verità della propria vita: la verità è una sola, ma si declina in modo unico e irripetibile nella vita di ciascuno... ogni percorso è inedito! Ma va scoperto e fatto fruttificare. Alessandro D’Avenia, rivolgendosi ad una platea di giovani, diceva: ”Il peccato più grande che possiamo fare è non essere noi stessi”:
Sarebbe bellissimo se sempre più giovani potessero intercettare e scegliere queste occasioni di crescita. Chiunque vorrà unirsi sarà il benvenuto!