L’immagine di San Foca di Sinope quest’anno non potrà essere trasportata per le vie della marina che porta il suo nome, a causa delle stringenti misure anti-contagio legate all’emergenza Coronavirus.
Non si potrà nemmeno svolgere la tradizionale processione in mare, ma la devozione dei residenti e dei numerosi turisti che in questo periodo estivo affollano l’antica località dell’agro di Melendugno non viene meno. Intorno alla frazione di San Foca infatti si conserva il misterioso alone delle storie di fede di pescatori e contadini che negli anni hanno abitato questo luogo, basti pensare alla vicenda che interessò il vescovo Michele Pignatelli, nel 1689.
Dai documenti a disposizione si evince come il presule, in collera con i pescatori di San Foca in quanto quest’ultimi preferivano la pesca alle celebrazioni domenicali, emanò un provvedimento di scomunica nei loro confronti. Ma quest’ultimi, non si preoccuparono di tale disposizione e presero ugualmente il mare, anzi schernendo Mons. Pignatelli per questo provvedimento. Ma una volta gettate le reti, troppi pesci le occuparono, così tanti che i pescatori non furono in grado di recuperarle perdendo tutto il pescato, facendo così ritorno verso la chiesetta di San Foca.
Questa, e tante altre storie, hanno negli anni scandito la preghiera dei fedeli che anche quest’anno festeggeranno il santo patrono. Il parroco di San Foca, don Mario Calogiuri, ha ufficializzato il programma dei festeggiamenti religiosi, e tra i principali appuntamenti di queste due giornate è da menzionare la messa di mercoledì 19 agosto, che sarà presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia alle 19,30 sul sagrato della chiesa parrocchiale, mentre domani 18 agosto, alle 22, si terrà una veglia biblica all’esterno della chiesa parrocchiale.