Don Adolfo Putignano è Nella splendida basilica di Santa Croce in Lecce gremita di fedeli, moltissimi dei quali monteronesi, l’arcivescovo Michele Seccia, ha presieduto la celebrazione eucaristica per il 50° genetliaco sacerdotale di mons. Adolfo Putignano.
Numerosi i sacerdoti convenuti guidati dal vicario generale mons. Luigi Manca. Dopo il saluto del parroco, mons. Flavio De Pascalis, che ha introdotto la celebrazione di ringraziamento per il dono del sacerdozio, è stato l’arcivescovo nella sua omelia a ricordare gli anni giovanili trascorsi insieme a don Adolfo nel cammino del seminario di Molfetta:
“Sfogliando le pagine della mia memoria ti rivedo direttore del Miles Christi, (il giornale dei seminaristi) io al secondo liceo, tu più grande di me di qualche anno. È significativo, per me vescovo, festeggiare l’anniversario di ordinazione sacerdotale di un giovane, allora mio coetaneo e oggi sacerdote maturo. Cinquant’anni, ieri, oggi, domani, un’unica realtà che il mistero di Cristo e la Chiesa hanno voluto mettere nelle nostre mani, e che va riscoperta ogni volta, perché ogni celebrazione non può essere una routine, ma va vissuta come se fosse la prima messa”.
“Gli anniversari - ha proseguito Seccia - sono un’occasione per sperimentare il calore e la bellezza del ministero nelle sue molteplici mansioni che don Adolfo ha esercitato in modo particolare attraverso le comunicazioni, passione che sempre ha coltivato fin dagli anni della formazione al sacerdozio.
“Ecco, allora la gioia - ha sottolineato l’arcivescovo - di un bilancio ricco di doni e di soddisfazioni, ma anche di riconoscenza da parte dei fratelli presbiteri che ti circondano, dei tanti che ti hanno telefonato per farti gli auguri che questa sera ricambi perché tu celebri l’eucarestia che è la forza del nostro sacerdozio, centro della nostra vita”.
“Cinquant’anni! Non so se in questi giorni hai ripensato al numero delle messe celebrate e ne hai risentito il peso, la responsabilità di tante celebrazioni, allora ti auguro di vivere ancora con lo stesso entusiasmo, con la stessa dedizione ai fedeli, alla tua città, alla tua diocesi, ai tuoi cari, ma soprattutto la stessa dedizione al Signore, perché in Lui non sentirai gli anni che passano, perché la giovinezza di Cristo ti farà sentire giovane anche a novant’anni, è Lui che allieta la tua giovinezza”.
Al termine della celebrazione don Adolfo ha ringraziato l’arcivescovo per l’affetto dimostrato con la sua presenza nonostante i suoi impegni fuori regione con i giovani di Azione cattolica, per gli auguri e per la vicinanza manifestata anche attraverso il suo abbraccio intenso di pastore.
“Confermo - ha pregato don Adolfo - tutta la mia fedeltà, il mio amore, la mia vicinanza, la mia obbedienza. Dopo aver ringraziato la Chiesa diocesana, voglio ringraziare il Signore rendendogli gloria, lode, e ringraziandolo con il Magnificat esultando in Dio mio Salvatore per la gioia di essere Chiesa di Lecce, ricca schiera di santi, di straordinaria testimonianza evangelica… contemplando e proponendo in modo radioso, ammaliante e sublime la bellezza”.
Le celebrazioni giubilari si sono concluse ieri mattina in duomo con la celebrazione della messa capitolare (don Adolfo è anche canonico del Capitolo cattedrale) presieduta dal festeggiato, cui hanno partecipato i giornalisti della diocesi: un’eucarestia, rendimento di grazie per quanto il Sommo Sacerdote ha compiuto nella sua vita di prete in mezzo secolo di servizio alla Chiesa.