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La comunità di Monteroni sconvolta dalla tragedia si è stretta nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore intorno al dramma che ha colpito una giovane famiglia.

Anche la sindaca Angelina Storino in segno di cordoglio aveva proclamato per la giornata di oggi il lutto cittadino.

Mamma Laura, papà Luigi e i fratellini Alessio e Asia hanno vissuto l’altra notte un terribile dramma: il piccolo Igor Fanelli, di appena tre mesi, è morto all'improvviso a causa di un improvviso rigurgito ed è tornato in paradiso: “Dio ha creato gli angioletti. era scritto nell’annuncio funebre - e li ha messi a giocare sul cielo. Uno era così dolce e bello che lo ha voluto con sé a soli tre mesi”. In poche parole, tutto lo strazio della sua famiglia.

Il parroco don Elio Quarta non ha fatto mancare nelle due drammatiche giornate il sostegno, la vicinanza e la preghiera. “Non ci sono parole - ha detto don Elio nell’omelia -. Ma voi cercate una parola che dia un senso al vostro dolore. Perché? È la domanda. Siamo onesti con noi stessi: ci sono modi apprezzabili ma molto limitati di cercare consolazione. Il poeta latino diceva: muore giovane chi piace agli dei. Non è vero. Il Signore non è un freddo opportunista ma è il Dio dell’amore”.

Don Tonino Bello – ha proseguito il parroco del Sacro Cuore - diceva: ‘povere parole umane, cosa possono significare di fronte alla bara di un giovane? Sono le parole di Dio ad avere il sovrumano potere di alleggerire il peso di ogni sconfinato tormento e di illuminare anche il mistero della morte’. Una bara bianca con un bimbo che è un batuffolo di tenerezza. Il suo nome richiama il vigore della vita eppure non siamo qui a piangere per lui. Ma noi siamo qui per celebrare la vita. E allora non chiediamoci il perché della sua morte. Chiediamoci il perché della sua vita breve. Domani avrebbe compiuto tre mesi”.

“Non piangete – ha raccomandato alla mamma e al papà di Igor - Laura e Luigi. È vero, il dolore vi ha sbarrato più volte la strada. Ma non sciupatele queste lacrime. Se le lasciate cadere per terra diventano fango. Se le rivolgete al cielo brillano come perle al sole. Gli uomini non le raccolgono perché non possono capire fino in fondo il dolore, dinanzi alle vostre pene non possono che tacere, ma c’è chi le conosce, chi le raccoglie se voi gliele porgete. Le conta ad una ad una e le semina per trarre frutti di consolazione”.

“Contrariamente – ha continuato il sacerdote - ad altri funerali il colore non è il viola ma il bianco, il colore della luce. E le campane hanno suonato ‘a gloria’: succede soltanto nel giorno di Pasqua. Noi siamo nella luce della Pasqua, nella luce dell’amore. La nostra vita viene dall’amore come da un gesto d’amore è nato Igor. Soltanto l’amore genera vita. E soltanto l’amore può alleggerire pesi come questo. E soltanto nell’amore possiamo rinascere e scegliere sempre la vita e mai la morte”.

“Il senso della vita – ha concluso don Elio – è amare ed essere amati. Ad Igor sono bastati tre mesi per vivere questa verità. Il Signore ci conceda che nello spazio della nostra vita possiamo giungere alla stessa conclusione e alla stessa visione di luce”

 

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