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Si è chiusa con il rito di consacrazione nell’Ordo Virginum di Anna Maria Petrelli la festa in onore del Santissimo Crocifisso, compatrono di Monteroni

 

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È stato l’arcivescovo Michele Seccia a presiedere la solenne eucaristica per il 25esimo anniversario di ordinazione presbiterale di don Giorgio Pastore, domenica mattina, nella chiesa dell’Ausiliatrice di Monteroni dove il sacerdote è parroco da 7 anni.

 

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Don Giorgio Pastore festeggia oggi il suo giubileo sacerdotale: 25 anni fa, il 2 ottobre 1997, l'ordinazione sacerdotale da parte dell’arcivescovo di allora, mons. Cosmo Francesco Ruppi, nella piazza antistante la chiesa madre di Cavallino, suo paese di origine. Oggi, alle 10.30, nella chiesa dell’Ausiliatrice di Monteroni, dove è parroco, la solenne celebrazione eucaristica che sarà presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia e concelebrata da don Giorgio. Ecco i ricordi e i sentimenti in questa giornata speciale.

 

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Monteroni in festa per le celebrazioni del Crocifisso, compatrono della città. Come ogni anno nella seconda domenica d’ottobre si rievoca il miracolo del 1867, quando il Crocifisso (custodito nella parrocchia dell’Assunta) fu portato a spalla dai fedeli per le vie di Monteroni e il paese fu liberato all’improvviso dalla terribile epidemia mortale di colera.

 

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Don Giorgio Pastore, oltre che un caro amico, è  per me un fratello in Cristo. Ci siamo conosciuti alle scuole medie nel Seminario Minore di Lecce. Usciti dal Seminario, abbiamo frequentato presso le rispettive parrocchie (San Cesario per me, Cavallino per lui) e le catechesi del cammino Catecumenale.

 

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Pastore di nome e di fatto. Don Giorgio é arrivato nella nostra comunità, la parrocchia di Sant'Antonio da Padova in San Cesario, nel 2007, succedendo al suo fondatore, don Giuseppe Tondo, ormai in età avanzata e pronto a godersi la meritata pensione. Ha dimostrato fin da subito un grande entusiasmo per la sua prima missione da parroco, riuscendo a coinvolgere non solo coloro che frequentavano la parrocchia, ma anche ad avvicinare tante persone che si erano allontanate, come il buon Pastore con le sue pecore, risvegliando in molti il senso di comunità che si era un po' affievolito.

 

 

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