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Novoli ha festeggiato San Giuseppe, il santo del silenzio e della dedizione alla famiglia. Il santo dei papà e della “buona morte”. Ed è proprio una piccola chiesa, quasi a volerne richiamare l’indole del santo buono, ad accogliere i fedeli per la preghiera nei giorni che precedono la festa in suo onore.

 

Il settenario è terminato con la presenza del vicario generale mons. Flavio De Pascali, già arciprete di Novoli, che ha presieduto l’eucaristia proprio ieri, solennità del santo. Così si è espresso nell’omelia: “Giuseppe ci insegna il modo di vivere la paternità e la maternità. Lui prima ha imparato ad essere figlio, quindi è diventato padre. Essere figli significa imparare l’arte di saper scorgere la volontà di Dio e sceglierla nell’obbedienza attiva”.

Ad accoglierlo, insieme al popolo santo di Dio, don Stefano Spedicato parroco di Sant’Andrea apostolo e padre spirituale della confraternita di san Giuseppe: “Auguri doppi per te, carissimo don Flavio. Tu sei stato padre e pastore di questa comunità. Come pastore hai seminato la Parola del vangelo nei solchi del terreno buono che è questo popolo. Come padre hai conosciuto le pieghe e le piaghe nelle tante vite a te affidate. Auguri perché oggi, da padre e pastore, sei chiamato a servizio della nostra Chiesa diocesana: sappi che questo popolo prega sempre per te e ti sostiene in questo servizio arduo alla comunità”.

A precedere la solenne celebrazione, un settenario che ha visto la presenza di altri sacerdoti: don Giuseppe Spedicato attuale arciprete di Monteroni e già parroco di Sant’Antonio e della Madonna del Pane in Novoli; don Alessandro Scevola parroco della Santa Famiglia in Trepuzzi e figlio della comunità novolese; don Cosimo Vetrugno arciprete emerito di Novoli; Padre Luca Fracasso superiore della comunità passionista di Novoli; don Carmelo Gentile novello sacerdote e attuale vicario parrocchiale in Santa Lucia a Leccedon Gerardo Ippolito parroco di San Giovanni Battista in Lecce e già arciprete di Novoli; don Franco Frassanito arciprete emerito di Carmiano.

Tutti e ciascuno hanno consegnato ciò che Papa Francesco ebbe a dire durante l’omelia della santa messa per l’inizio del ministero petrino il 13 marzo 2013: “Giuseppe è custode perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla Vocazione di Dio: con disponibilità e prontezza”.

Foto di Pierluigi Cosma

 

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