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Nella giornata di domenica 24 maggio, solennità dell’Ascensione, anche la chiesa matrice di Novoli ha aperto le porte alla comunità durante la messa festiva, dopo due mesi di “celebrazioni senza il popolo di Dio” per il contenimento della pandemia da Covid-19.

 

 

Tutto si è svolto secondo le disposizioni: obbligo della mascherina sul volto e rispetto delle distanze di sicurezza. Un unico ingresso centrale ha accolto i fedeli, dove è stato previsto un dispenser per la sanificazione delle mani. I posti sono stati contrassegnati da uno stampino colorato e disposti a “scacchiera”: due sedute in un banco e una in quello di fronte. Durante la comunione il celebrante, coperto da mascherina e guanti monouso, ha chiesto di attendere la distribuzione dell’eucarestia restando ai propri posti. Accorgimenti importanti, ma che non hanno scoraggiato la presenza dei fedeli, anche tra i più anziani.

 

 

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Al termine della celebrazione, il parroco, don Stefano Spedicato, ha voluto confidare ai presenti un suo personale pensiero: “Chissà con quanta trepidazione, desiderio e attesa, gli undici apostoli hanno vissuto quel tempo sospeso e di mancanza di Gesù tra la Pasqua e l’Ascensione. Avevano però un appuntamento: sul monte in Galilea. Finalmente in quel luogo vedono e si prostrano davanti a Colui che era mancato loro per tanto tempo. Bene.

 

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Abbiamo compreso che anche per noi c’è un monte oggi: quello dell’Eucarestia. E guardando alla vostra presenza il pensiero che mi è passato per la testa è stato questo: ecco i nuovi undici discepoli!”. Don Stefano ha poi concluso fissando l’appuntamento a domenica prossima e ad ogni domenica “Pasqua della settimana, in cui Gesù fissa per noi un appuntamento per renderci discepoli e apostoli e consegnarci la grazia della sua presenza per sempre”.

 

 

 

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