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Giorni di fermento per la comunità di Sant’Antonio in San Cesario. Nei locali parrocchiali si respira l’aria dei grandi preparativi: il profumo di detersivo fresco si mescola a quello dell’incenso mentre un frettoloso via vai di giovani e meno giovani indaffarati rompe il silenzio solenne nelle navate della chiesa in queste afose giornate di fine estate.

È tempo di attesa, e la preparazione spirituale si intreccia a quale materiale: bisogna rendere tutto bello per la grande festa dell’ordinazione presbiterale di don Angelo Rizzo.

Fin da subito l’occasione è stata accolta come una grande festa della comunità tutta, che gioisce per un suo figlio che per il mistero della grazia di Dio diventa presbitero e padre. «è davvero la festa della comunità, che in questi giorni più che mai si sente grande famiglia unita intorno al suo figlio e fratello che diventa sacerdote a servizio della Chiesa universale» spiega il parroco don Luciano Forcignanò.

Tante le signore indaffarate per dare il proprio contributo e rendere splendente ogni angolo della chiesa: «Non potevamo dire di no», «Non potevamo mancare», «Angelo l’abbiamo cresciuto, è come se fosse la festa di un nostro figlio», si sente spesso ripetere in una allegra cantilena in dialetto salentino stretto che ricorda gli antichi cunti di casa nostra. Gli uomini esprimono la loro gioia e l’entusiasmo con il lavoro alacre delle braccia, trasportando sedie e banchi e allestendo gli spazi per la liturgia. Non manca qualche giovane che, «nonostante in questi giorni riprendono le attività invernali: lo studio, il calcio», ha voluto esserci per prestare il proprio contributo e «lasciare il segno, dire “io c’ero”. Per Angelo».

«Angelo si è fatto conoscere e amare in questi anni per la sua semplicità e bontà d’animo, e la presenza sollecita di tanti che in questi giorni si sono dati da fare per preparare la celebrazione della sua ordinazione presbiterale testimonia l’affetto che la comunità, grande famiglia di famiglie, nutre nei suoi confronti. Tutto per la maggior gloria di Dio. E a don Angelo gli auguri di un fecondo ministero a servizio della Chiesa» chiosa don Luciano.

 

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