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La Corale Simply God della parrocchia S. Nicola di Myra e i fedeli di Squinzano, accompagnati dal parroco don Alessandro Scevola, si sono recati a Roma sulle orme dell’apostolo Pietro, dove hanno partecipato all’Udienza generale ed incontrato Papa Francesco, in occasione del decennale dalla fondazione.

 

 

 

È stato fatto dono al Pontefice, nominato “Corista onorario”, di una targa commemorativa.

Il giorno seguente, con grande gioia, la delegazione leccese è stata onorata della presenza del card. Ernest Simoni, il quale non sottraendosi alle fatiche della veneranda età, accettando l’invito, è giunto per l’occasione a Roma da Firenze, sua diocesi di adozione, nella basilica di Santa Maria della Scala in Roma, di cui è titolare, dove ha presieduto la messa solenne animata proprio dal coro di Squinzano, comunità che il porporato albanese ha visitato due volte negli ultimi anni.

Il cardinale, terminata la celebrazione eucaristica, ha recitato la preghiera a San Michele Arcangelo e con queste parole ha salutato la delegazione: “Ringrazio il Signore che quest’oggi mi ha condotto nel mio apostolato a Roma, nella chiesa di Santa Maria della Scala, antica diaconia che il Santo Padre mi ha affidato diventando cardinale. È sempre una grande grazia spirituale poter pregare ai piedi dell'effigie mariana custodita nella chiesa e ricordata dai romani nei secoli per le tante grazie elargite. Con grande gioia accolgo i numerosi ed entusiasti pellegrini della parrocchia di San Nicola di Myra di Squinzano che animano il “Simply God Choir” composto da tanti giovani e adulti. Preghiamo ai piedi della Madonna e recitiamo quotidianamente il santo rosario, affinché possa intercedere verso suo figlio Gesù e sempre guidare e sostenere il nostro pellegrinaggio terreno; solo vivendo alla Sequela di Gesù Buon Pastore, fedeli ai suoi precetti e alla luce degli insegnamenti evangelici, potremo un giorno godere del premio della vita eterna.”

Padre Ernest è conosciuto in tutto il mondo quale testimone di pace e perdono, per i suoi 28 anni di ingiusta prigionia e lavori forzati nei campi di concentramento, nelle miniere e nelle fogne di Scutari, per aver perdonato con tutto il cuore i suoi carcerieri ed aguzzini. Clandestinamente celebrava la messa con briciole di pane ed acini di uva procurati dalla moglie di un prigioniero musulmano, rischiando ogni giorno la vita qualora l’avessero scoperto. L’esemplare vita del religioso ha portato il Santo Padre Francesco a definirlo “martire vivente” ed annoverarlo nel 2016 nel Collegio cardinalizio. Il segretario del Cardinale ha poi raccontato i tratti salienti dell’esemplare vita del presule albanese nel silenzio e nella commozione visibile sui volti dei tanti giovani presenti.

Emozionante e straordinario poter gustare della semplicità e paternità di Padre Ernest, così ama farsi chiamare, poiché appellandolo con il titolo di eminenza ha risposto ai giovani che gli facevano le domande spiazzando tutti i presenti: “Eminenza è Gesù che gronda ogni giorno il suo preziosissimo sangue per noi sulla Croce; io sono Padre Ernest umile sacerdote alla sequela di Gesù Buon Pastore, lavoratore nella Vigna del Signore per propagare il suo Vangelo, la lieta, salvifica e buona Novella a servizio e per la salvezza delle anime”.

 

 

 

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