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Generalmente la temperatura conserva valori estivi nei primi quindici o venti giorni del mese: il cielo si mantiene costantemente sereno, l’aria è secca e dominano i venti boreali.

La “rottura dei tempi”, come dicevano i contadini, si verifica nel periodo equinoziale, dal 20 al 27; il passaggio dall’estate all’autunno, caratterizzato da temporali, scrosci di pioggia e da abbassamento della temperatura ha ispirato il seguente pronostico: luna settembrina, sette lune se trascina e se l’Angelu se bagna l’ale, chioe fenca a Natale, luna di settembre, per sette lune si trascina e se piove il giorno dei SS. Angeli Custodi (2 ottobre), pioverà fino a Natale.

Uno specifico proverbio si riferisce ai giorni che dall’equinozio cominciano ad accorciarsi: quannu lu persicu fiurìa, tanta la notte e tanta la tia; mo’ lu persicu e’ maturu, e tanta e’ puru, quando il pesco era in fiore, tanta la notte e tanto il giorno; ora che la pesca è matura, la notte al giorno contende.

Con l’equinozio d’autunno, il sole, in Bilancia, tocca l’equatore celeste per scendere nella parte meridionale dello zodiaco e sostare negli “inferi”. Nel segno della Bilancia, in occasione dell’Esaltazione della Croce il 14, si consiglia di raccogliere mele, pere e noci, il miele dai favi e di iniziare la vendemmia, benché l’intero mese è caratterizzato da questa attività. Tra i viticultori si usava dire: e’ trasutu vinnigne ccughimune le strazzigne, è entrata la vendemmia, raccogliamo le robe, oppure te le linazze, ccòite le strazze, al tempo della vinaccia, raccogli gli stracci, rivolto ai contadini che durante l’estate hanno abitato in campagna vivendo con poche cose, le più necessarie, ed è il momento di fare ritorno al paese di residenza.

Per approfondimenti: R. Barletta, Ci tene arte tene parte, Grifo, Lecce, 2011.

 

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