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L'edizione 2020 del Festival di Sanremo si è conclusa. Sicuramente un'edizione chiacchierata per molti versi, voglio porre però, oggi l'attenzione sulla sensibilità religiosa dei cantanti.

I pinguini tattici nucleari, ad esempio inseriscono nelle scalette dei loro live: "Servo per amore" del Gen Rosso e hanno dichiarato: Gesù è stato la prima rockstar della storia, Giuda la prima pop star.

Francesco Gabbani da piccolo andava a scuola dalle suore le Figlie di Gesù a Carrara e nelle sue canzoni, non mancano riferimenti religiosi.

In un'intervista a Radiodue Irene Grandi ha raccontato di come abbia iniziato a cantare da giovanissima in chiesa: "mi piaceva  la magia di cantare in un posto dove poi non ci sono applausi."

Mi è piaciuta la canzone di Diodato. Il silenzio dell'incomunicabilità, bisogna fare rumore diodato, lo fa con una gran bella canzone.

Zarrillo ha riscoperto nella sua canzone Il senso della vita stanco per le delusioni. Dice bisogna restare ancora in piedi qualunque cosa accada. Dando un bel messaggio il tempo che ci resta è  poco. Quindi spendiamo lo bene.

Molto bella anche la canzone delle Vibrazioni. Dov'è la gioia? Cercano risposte soluzioni alla fatica del vivere.

Mentre Levante si mette dalla parte di coloro che vengono emarginati, che sono gli ultimi della fila, soli perché non seguono il branco, che invece balla allegro e inconsapevole.  Molte le metafore religiose... veramente una bella canzone.

Sanremo celebra la musica ma celebra soprattutto la vita. E le parole riguardano l'amore,  gli affetti,  i sentimenti.

Tosca canta ad esempio, “ho amato tutto”: un elogio alla semplicità, come bilancio di una vita. Canta: “se tu chiedi in questa vita cosa ho fatto, io rispondo: 'ho amato, ho amato tutto'".

L'amore è la magia con cui riscrivere l'alfabeto per dare significato ad ogni parola  ,siamo esseri bisognosi dell'altro, mendicanti d'amore.

Molto bella la canzone sul bullismo di Marco Sentieri: “Billy blu dice al bullo, salvandogli la vita... quale odio, nessun odio, eri tu quello più debole, tu dentro stavi male. Io ti perdono”.

Le canzoni hanno un valore potente e performante.

L'essere umano è nulla senza amore, ce lo ha detto San Giovanni Paolo II: senza amare ed essere amati siamo insignificanti, sconfitti.

Da qui il grande messaggio di Paolo Palumbo giovane di 22 anni che non si è arreso nonostante la Sla. Il messaggio che Paolo ha lanciato, con la voce metallica del sistema con cui comunica con il resto del mondo, è muoversi  operare per l'amore e la vicinanza verso tutti... Perché la vera disabilità e quella del cuore.

 

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