Il magistero di Papa Giovanni Paolo I, l’umile e il precursore, è stato sviscerato per la prima volta nel convegno “I sei ‘vogliamo’. Il magistero di Giovanni Paolo I alla luce delle carte d’archivio” svoltosi alla Pontificia Università Gregoriana.
Organizzato dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I - istituita da Papa Francesco il 17 febbraio 2020 - in collaborazione con il Dipartimento di teologia dogmatica dell’Ateneo, l’incontro, promosso anche in vista della beatificazione il 4 settembre prossimo, rappresenta “un valido contributo per approfondire i tratti peculiari del pensiero e del magistero” di Luciani, ha scritto Papa Francesco in un messaggio inviato agli organizzatori. Il “venerato” predecessore ha “costantemente ricercato e indicato la sostanza del Vangelo come unica ed eterna verità, al di là di ogni contingenza storica o di moda”, ha osservato ancora Bergoglio riferendosi “all’uomo saggio e umile che ha saputo parlare di Dio con semplicità evangelica” il cui desiderio di pace e unità “rappresentano un sicuro punto di riferimento per trovare soluzioni concrete alle tante difficoltà e alle innumerevoli sfide che la Chiesa deve affrontare”.
Le proiezioni del Papa del sorriso hanno suscitato teneri e dolorosi ricordi in Suor Margherita Marin, 81 anni, delle Suore di Maria Bambina, che, nell’appartamento papale in Vaticano, nel 1978 si prendeva cura di Papa Luciani con altre tre religiose. “Penso spesso a lui - dice - si coglieva la sua santità”. Fu Suor Margherita, con Suor Vincenza, a trovarlo morto la mattina del 28 settembre. Emozione invece per i nipoti Amalia, Silvestro e Pia, figli del fratello Edoardo, e per Lina Petri, figlia della sorella Antonia. Il convegno ha messo in evidenza la grande attualità del pontificato di Luciani che “seppur breve non è stato una meteora”, ha detto il card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano e presidente della Fondazione. “Non ha potuto dispiegarsi nella storia”, ha proseguito il porporato, eppure “egli ha concorso decisamente a rafforzare il disegno di una Chiesa che con il Concilio è risalita alle sorgenti e dalla sua fonte evangelica si piega così a servire il mondo, facendosi propter hominem, prossima alle realtà umane e alla loro sete di carità”.
Un Papa che “attrae” anche i giovani di oggi e che come motto episcopale scelse Humilitas, uno dei valori fondamentali del vangelo. “Abbiamo tanto bisogno di umiltà per risolvere i nostri problemi. Se ce ne fosse un po’ più riusciremmo a trovare anche delle strade per uscire dalle crisi che ci affliggono”, ha concluso Parolin al quale Suor Margherita ha donato la radiolina che fu di Luciani.
A 44 anni dalla morte del Papa veneto, il suo pensiero ritrova vita attraverso lo studio di omelie, catechesi, discorsi, appunti presi con una grafia piccola, spesso in latino accompagnati da citazioni, che riempiono agende, block notes, quaderni. Documenti che coprono un arco temporale di circa 50 anni, dal 1929 al 1978, catalogati in 929 fascicoli. I testi degli interventi pronunciati dopo l’elezione, invece, sono stati raccolti nel libro “Il Magistero. Testi e documenti del Pontificato” di Giovanni Paolo I a cura della Fondazione vaticana e edito da Lev e Editrice San Paolo, con prefazione di Papa Francesco. La “straordinarietà” del volume sta nel fatto che per la prima volta viene svelato ciò che Papa Giovanni Paolo I “ha effettivamente detto durante il suo magistero e non i testi che erano stati preparati, questo perché cambiava, aggiungeva, parlava molto a braccio”, ha spiegato Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede. “Il suo dono - ha osservato Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione, moderatrice del convegno - è la capacità di coniugare erudizione e chiarezza in modo da arrivare a tutti”. Luciani è stato un “personaggio che sul Soglio di Pietro si è appena mostrato, e poi è stato ritirato dalla circolazione da una Provvidenza, con la P maiuscola, sempre misteriosa e spesso oscura anche alla fede”, ha detto il card. Beniamino Stella, postulatore della causa di canonizzazione di Giovanni Paolo I. “Luciani è modello di semplicità per i tanti “preti e vescovi che lavorano, pregano, soffrono con umiltà e distacco, senza esibirsi al mondo, spesso bastonati anche per il poco riconoscimento che hanno dall’alto”.