“Io avrei voglia di andare in Ucraina; soltanto, devo aspettare il momento per farlo, sai? Perché non è facile prendere una decisione che può fare più del male a tutto il mondo che del bene. Devo cercare il momento giusto per farlo”.
Così ha risposto stamattina Papa Francesco a Sachar, un bambino ucraino, uno dei piccoli profughi, che ora ha trovato accoglienza a Roma e che, senza tanti giri di parole che così si è espresso con il Pontefice: “Non ho una domanda ma piuttosto una richiesta: può venire in Ucraina per salvare tutti i bambini che adesso soffrono lì?”. “La settimana prossima - ha aggiunto Francesco dandogli tanta soddisfazione - riceverò rappresentanti del governo dell’Ucraina, che verranno a parlare e a parlare di una eventuale visita mia lì: vediamo cosa succede”.
Sachar è uno dei circa 160 bambine che Papa Francesco ha incontrato stamattina presso il Cortile di San Damaso all'interno del Palazzo apostolico. Si trattava dei piccoli partecipanti all'ottava edizione del "Treno dei bambini", evento organizzato dal Pontificio Consiglio della cultura nell'ambito della più ampia iniziativa denominata "Cortile dei Gentili".
I bambini sono stati accompagnati da alcuni adulti e, dopo il saluto del card. Gianfranco Ravasi, prefetto del dicastero, di Antonio Organtini, direttore generale dell'Istituto di assistenza Sant'Alessio-Margherita di Savoia di Roma frequentato dai bambini, e di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura che collabora all'evento, sono stati i bambini a parlare con il Papa, a fargli con franchezza le domande che hanno in cuore e, qualche volta, a suggerirgli qualcosa.
“Sono contento che tu sia qui - così si è concluso il dialogo del Santo Padre con Sachar -: io penso tanto ai bambini in Ucraina, e per questo ho inviato alcuni cardinali che aiutino lì e siano vicino a tutta la gente, ma soprattutto ai bambini”.