Il “colpo di fionda” fu quello di Padre Remigio, frate cappuccino venuto a compiere una missione a Canale d’Agordo quando Albino Luciani - il futuro Papa che sarà proclamato beato il prossimo 4 settembre - era ancora un ragazzino.
Affascinò i chierichetti del paese con i suoi racconti e poi, durante una passeggiata verso la chiesetta di Garés, li stupì con la sua abilità a tirar di fionda. E quando chiese a quei ragazzi chi voleva seguirlo in convento, Albino disse subito “Io, io!”. Voleva partire davvero. Lo trattennero il parroco e la famiglia… È uno dei racconti contenuti del podcast di Radio Vaticana in quattro puntate, dedicato a Papa Luciani, narrato da Andrea Tornielli, direttore editoriale dei media vaticani, e realizzato con la collaborazione tecnica e creativa di Adriano Vitali e Patrizio Ciprari. La prima puntata potrà essere ascoltata già da oggi, nella sezione podcast del portale Vatican News (ASCOLTA). Per saperne di più abbiamo intervistato Andrea Tornielli.
Direttore, come è nata l’idea di un podcast su Papa Luciani?
È nata perché la mia storia, anche quella professionale, è legata alla figura di Papa Luciani. Nel 1978 avevo 14 anni e ovviamente ancora non facevo il giornalista, ma già da alcuni anni andavo in vacanza a Falcade, e mi trovavo lì quando morì Paolo VI ed elessero il nuovo Papa. Anche se io non conoscevo Luciani se non di nome in quanto patriarca di Venezia, mi ritrovai immerso in una realtà di persone che lo conoscevano molto bene, come il parroco di Falcade che era in seminario con lui o la signora anziana da cui andavo a prendere il latte che portava il formaggio a un giovane Luciani. Così, il giorno dopo la sua elezione andai anch’io sotto casa sua e iniziai a comprare tutti i giornali che parlavano del nuovo Papa e iniziai ad appassionarmi anche al vaticanismo.
Che Papa e che prete è stato?
Se noi leggiamo quello che ha scritto e guardiamo al suo magistero di 34 giorni, possiamo vedere la straordinaria attualità di questa figura. Innanzitutto, per la sua umiltà e per gli accenni e gli accenti che parlano di misericordia e anche per aver mostrato il volto della tenerezza di Dio. Luciani aveva uno stile colloquiale e semplice, che era frutto però di una grande cultura e preparazione teologica. Fin da prete era tuttavia stato abituato al fatto che la comunicazione deve colpire con parole semplici e deve essere capita da tutti. È stato poi un vescovo molto attento. Ha vissuto il Concilio e si è lasciato cambiare da questo, non senza sofferenza: ha tenuto unita la Chiesa di Venezia negli anni della contestazione.
Nel magistero di Luciani possiamo notare alcune similitudini con Papa Francesco…
Ci sono alcune assonanze con Papa Francesco, come ad esempio la fedeltà al Concilio, l’attenzione per i poveri e i migranti e poi l’insistenza sulla misericordia. Nella terza puntata del podcast, che è dedicata al pontificato, faccio ascoltare molti passaggi delle udienze che ancora oggi sono di straordinaria attualità e aprono alla speranza, perché affrontano il peccato, la misericordia, il risollevarsi.
Perché avete deciso di fare un podcast e non un documentario, una trasmissione o altro?
Questo podcast inaugura una serie che faremo sempre più, in sintonia con la grande tradizione di Radio Vaticana e della radio in generale. Ci sono molte persone, in particolare giovani, che si formano e informano non attraverso la tv o i siti web, ma proprio con i podcast. Questa per noi è una sfida molto grande, perché se da una parte è vero che viviamo nell’epoca dell’immagine, dei video brevi come i Tik Tok, il podcast introduce dei tempi diversi, permettendo una narrazione e un’informazione approfondita e non di pochi secondi. Questo non è assolutamente meno rispetto all’immagine, perché consente di immaginare e far lavorare la fantasia.
C’è qualche episodio particolare che può anticiparci?
C’è un audio del 1968 in una parrocchia in cui il vescovo Luciani manifesta l’auspicio che Paolo VI potesse prendere una decisione liberalizzatrice circa l’uso della pillola anticoncezionale. Dopo la pubblicazione dell’enciclica Humanae vitae, Luciani difenderà̀ il documento facendo proprie le ragioni del Pontefice. Questo fa vedere da un lato quanto Luciani fosse vicino alle famiglie e alle persone come pastore e dall’altro la sua obbedienza e devozione alla Chiesa.