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A Medyka, al confine polacco-ucraino, un gruppo di emigrati russi assiste i profughi dalle zone del conflitto. Perché «è inutile perdere tempo a spiegare che non siamo d’accordo con chi comanda. Andiamo piuttosto ad aiutare chi ha sofferto» queste le parole dei volontari.

 

 

 

Uno dei più «famosi» tra loro è l’antropologo Georgij Nurmanov, trasferitosi dieci anni fa con la famiglia in Polonia perché per la moglie era diventato impossibile vivere in Russia, dato che lavorava per una Ong americana che si occupava di società civile e diritti umani.

C’è dunque una rete segreta di volontari che assiste gli sfollati dall’Ucraina trasferiti in Russia dall’esercito di Putin a lasciare il Paese ed emigrare in Occidente. Il Cremlino dall’inizio del conflitto ha aumentato la repressione di Ong, media e associazioni per i diritti umani, definendoli “agenti dell’Occidente”. Aiutare gli ucraini a uscire dalla Russia è un’attività che può esporre al rischio di ritorsioni che vanno dalla perdita del posto di lavoro a 15 anni di carcere. Per questo i volontari impegnati in questa missione hanno chiesto di mantenere l’anonimato rivelando la loro iniziativa al Financial Times: “Nella Russia di oggi non puoi sapere quale sarà la prossima stretta repressiva”, dice uno di loro. La fratellanza non ha religione e non ha colore.

“Un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”, scriveva in un tweet Papa Francesco nel consegnare al mondo l’enciclica Fratelli tutti. Quell’amicizia, quella fraternità che oggi è un sogno per l’Ucraina e la Russia, da tanti mesj in guerra a seguito dell’invasione ucraina da parte di Mosca. La pace, agognata e imprescindibile, è oggetto delle preghiere di chi, a Kiev, si è unito in una sola voce, al di là della propria religione. Nella capitale ucraina, lo ricordiamo, una delegazione di leader religiosi si è raccolta in preghiera per contribuire a porre fine all’aggressione contro l’Ucraina, al bombardamento delle città e per pregare per una pace giusta. La rete opera principalmente attraverso il passaparola e i gruppi su Telegram, e numeri di telefono vengono dati solo dal vivo: precauzioni minime per poter continuare a operare su un territorio difficile. Il coraggio della fratellanza. Il coraggio che profuma di umanità.

 

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