“L’intera storia dell’evangelizzazione di questi due millenni mostra con grande evidenza quanto sia stata efficace la missione dei catechisti”: così scrive Papa Francesco nella Lettera apostolica in forma di Motu Proprio Antiquum ministerium (10 maggio 2021), con la quale istituisce il ministero del catechista.
E, precedentemente, “determinati ministeri istituiti dalla Chiesa… essenzialmente distinti dal ministero ordinato, essendo basati sul sacramento del battesimo, possono essere affidati a tutti i fedeli, che risultino idonei, di sesso maschile o femminile” (Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Spiritus Domini, 10 gennaio 2021).
Attraverso quest’ultimo documento il Papa modifica il Can. 230 § 1 del Codice di diritto canonico, al fine di poter annoverare tra le persone che possono accedere al ministero istituito del lettorato e dell’accolitato non solamente gli uomini, ma ufficialmente anche le donne.
Infine, a seguire, la Conferenza episcopale italiana (Cei), con la Nota (LEGGI) dello scorso 13 luglio, intende orientare le Chiese italiane di rito latino, oltre che sui ministeri istituiti del lettore e dell’accolito, anche del/la catechista in modo che sia “sempre più evidente la corresponsabilità in ambito pastorale tra ministri ordinati e ministri istituiti”.
Anche in questo senso la Cei intende inserire il tema dei ‘ministeri istituiti’ all’interno del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia: la forma Ecclesiae impone una evoluzione che privilegi l’aspetto più comunionale.
Ma cosa comporta questa novità? Cosa cambierà nella vita quotidiana delle parrocchie di tutto il mondo e in quelle italiane?
Mons. Rino Fisichella chiarisce che “con l’istituzione di questo ministero di catechista, Papa Francesco promuove ulteriormente la formazione e l’impegno del laicato”.
Il focus sul laicato, accanto alla primaria responsabilità catechistica dei Vescovi e dei presbiteri, e accanto all’impegno dei genitori, evidenzia come si tratti di un ministero laicale per catechisti laici, che, proprio perché laici, vivono nel contesto contemporaneo, fanno servizio di catechista nel proprio mondo; l’obiettivo è portare la ‘bella notizia’ per prima cosa nella e nelle famiglie, tra i giovani e gli adulti, facendola uscire dall’area ristretta delle sale della Parrocchia, aprendo ad essa nuovi orizzonti e trascinandola in certo modo negli ambiti normali di vita dei fedeli e di ogni altra persona.
I documenti emanati dal Pontefice proseguono una riflessione avviata da tempo, che ha visto vari contributi in altri documenti della Chiesa.
Nei tempi recenti, a partire dal Vaticano II, il magistero della Chiesa ha impresso un notevole rinnovamento alla catechesi, dal Catechismo della Chiesa Cattolica (1992), ai diversi Direttori (1971, 1997) e specificamente il Direttorio per la catechesi (2020), che insieme a tanti Catechismi nazionali, mette in primo piano l’istruzione e la formazione permanente dei credenti. Il discernimento sull’idoneità intellettuale, spirituale e relazionale, unitamente alla formazione biblico, teologico e pastorale continua, vengono indicate di pari passo nella Nota della Cei.
La complessità della vita attuale, anche a causa dei cambiamenti velocissimi, richiede infatti una formazione adeguata ai linguaggi contemporanei e alle forme nuove di comunicazione.