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La Rai sta per portare a termine le trasmissioni tv della messa mattutina di Papa Francesco. Ormai, comincia la progressiva possibilità della presenza diretta alle celebrazioni liturgiche nelle nostre chiese, sia pure realizzata con i dovuti criteri di sicurezza, tenendo presente che la pandemia non è finita.

 

 

Inizia così il momento in cui potremo e dovremo manifestare concretamente che la partecipazione alla santa messa, come in questi mesi ha più volte sottolineato il nostro arcivescovo mons. Seccia, costituisce l’esperienza irrinunciabile della nostra religiosità.

È chiaro che la tecnologia, con gli efficaci strumenti televisivi e digitali, si è rivelata molto utile nel sostenere la speranza della gente e la fede dei credenti e che, anzi la presenza della Chiesa, proprio in un momento che registrava in tanti segni d’indifferenza, si è rivelata fortemente significativa e fruttuosa per la società.

Ora occorre ritornare alla concreta esperienza della comunione vissuta tangibilmente nella comunità.

Dimostrando che la paura della pandemia ci ha mostrato la nostra fragilità individuale e sociale, aiutandoci a cessare di essere arrampicatori sociali, a scegliere davvero il bene comune e a incentrare nella fede in Cristo la nostra vita.

Con il chiaro impegno a vincere l’orgoglio, le divisioni e tutte le varie forme di povertà e a favorire la promozione umana di chiunque è “ultimo”, mediante la quotidiana fraternità arricchita dal pregnante annuncio del messaggio cristiano.

Così le tantissime trasmissioni delle messe e delle celebrazioni in streaming si riveleranno feconde di benefici non tanto per i like e la soddisfazione dei consensi ottenuti, ma per l’apporto umano, civile e religioso offerto alla convivenza, alla solidarietà, alla gioia di essere e promuovere comunità. Testimoniando di essere raccolti, spiritualmente e tangibilmente, nell’amore fraterno, nella preghiera e nella “fractio panis”.

Ora, dopo le meravigliose esperienze di volontariato e di carità offerte amorevolmente in questi mesi, si tratta di testimoniare quotidianamente quanto è bello stare insieme e che con viva gioia incontriamo Dio “dov’è carità e amore”. A cominciare dal Sacramento dell’Amore.

 

 

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