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“Anche se non sono ancora state approntate le nuove edizioni dei libri liturgici o corrette quelle recentemente pubblicate, per una vitale esigenza di piena comunione e di omogeneità nella preghiera del Padre Nostro”.

 

 

 

È quanto si legge nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente straordinario, che si è svolto on line lunedì scorso. I vescovi auspicano che “con l’inizio dell’uso del Messale si cominci ad avvalersi da subito della nuova versione in tutte le altre celebrazioni liturgiche sacramentali e non sacramentali (ad esempio, la Liturgia delle Ore) come pure nelle pratiche della pietà popolare (ad esempio, il Santo Rosario)”.

 “La terza edizione italiana del Messale Romano è stata introdotta, in molte regioni, con il nuovo anno liturgico, dalla prima domenica di Avvento”, fanno notare i vescovi: “Fra le novità vi è la formulazione del Padre Nostro, preghiera che ritma e norma il respiro orante dell’intero popolo di Dio e tanto cara e familiare nell’esperienza di fede di tutti i credenti di ogni età, regione, appartenenza ecclesiale”.

 

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