Il 23 marzo 2020 Papa Francesco ha approvato il nuovo Direttorio per la catechesi, sintesi di una vasta consultazione internazionale, il cui studio sarà presentato a Lecce dall’Ufficio Catechistico Diocesano nei mesi di gennaio e febbraio 2021.
Dopo il Direttorio catechistico generale del 1971 e il Direttorio generale per la catechesi del 1997, che hanno segnato questi ultimi cinquant’anni di storia della catechesi, il nuovo Direttorio presenta una novità assoluta: la provocazione a considerare un inedito processo di inculturazione della fede.
Cristo ha parlato il linguaggio dell’ambiente socio-culturale in cui ha vissuto e questo impone un’attenzione particolare ai cambiamenti del patrimonio di conoscenze. “Si tratta, infatti, di far crescere, a livello di conoscenza e nella vita, il seme della fede” (Catechesi tradendae, 20).
Per inculturazione non si intende un semplice adattamento ad una cultura, ma un cammino progressivo e globale di interiorizzazione della fede, una lenta penetrazione del Vangelo nell’intimo delle persone e dei popoli.
La catechesi, assumendo creativamente i linguaggi delle culture dei popoli attraverso i quali si esprime in modo caratteristico la fede, realizza quella inculturazione della fede che è fondamento della Chiesa in missione, la quale converte coinvolgendo cuore, anima e mente (Direttorio per la Catechesi, 206).
La formazione cristiana, afferma Papa Francesco, è prima di tutto approfondimento del primo annuncio che mai smette di illuminare l’impegno catechistico. Quando si parla di ‘primo’ non si intende, continua il Papa, che sta all’inizio; esso va recepito in senso qualitativo e non temporale.
La centralità del kerygma deve essere presente in tutte le fasi di ogni catechesi, e si presenta ad ogni generazione come la novità offerta per raggiungere il senso della vita.
La fede, quindi, è indubbiamente legata ad una risposta sul senso della esistenza terrena. E soprattutto oggi, la rivoluzione comunicativa interpella in modo emergenziale il senso della nostra vita.
Il fenomeno della cultura digitale, e quello strettamente connesso della globalizzazione della cultura, rappresentano la grande sfida della Chiesa contemporanea. Esse producono dinamiche che evidenziano un radicale mutamento nell’esistenza delle persone, con una velocità inaudita rispetto al passato.
E alla Chiesa viene chiesto oggi un cambiamento strutturale, non più solo metodologico.
La trasformazione che stiamo vivendo interviene in ambito antropologico, modificando il concetto stesso di persona. Non esistono più le coordinate geografiche, spaziali e temporali del passato, e la relazione interpersonale lascia intravedere nuovi modelli di comunicazione e di formazione.
Mons. Rino Fisichella (presentazione del Direttorio, Roma 25 giugno 2020) chiarisce che la fede non è più qualcosa di ovvio che si recupera nei momenti del bisogno, ma un atto di libertà che impegna tutta la vita. La direzione espressa dal Direttorio acquista, così, un significato specifico: l’intensa conoscenza del messaggio evangelico attraverso una catechesi che ha lo scopo di far raggiungere la conoscenza profonda dell’amore cristiano, con una corretta valorizzazione di tutte le scienze umane.
Il Direttorio, quindi, ci indica la strada perché si scopra una fede che sia realmente incontro con una persona, prima di essere una proposta morale: la catechesi kerygmatica supera allora la teoria astratta, per diventare uno strumento di forte valore esistenziale.