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Natale: nel segno della speranza. La speranza cristiana che Papa Francesco individua nell’enciclica Fratelli tutti come rimedio alle situazioni negative presenti nel mondo e che potrebbero indurre al pessimismo.

 

 

Dinanzi alle quali egli propone il messaggio della fratellanza, con esplicito ed approfondito riferimento alla parabola evangelica del Buon Samaritano.

Del resto, quante volte egli ha sostenuto esplicitamente, in questo amaro periodo di pandemia per il coronavirus, che per vivere la nostra vocazione di semplici cittadini occorre prendersi cura del prossimo, costruendo un buon futuro sulla base del bene di tutti…

Concretamente, nello stesso documento, egli indica, secondo il suo stile, tre termini precisi: fermarsi, ascoltare e chinarsi su chi soffre, assumendosi, naturalmente, l’impegno di prendersi cura degli “invisibili”.

Francesco valuta criticamente l’attuale contesto culturale, sociale e politico, per cui con parole molto forti intitola già il primo capitolo dell’enciclica “Le ombre di un mondo chiuso”, e, con termini altrettanto severi, specifica pure vari paragrafi.

Basti citarne alcuni: “Sogni che vanni in frantumi” (nn. 10-12), “La fine di una coscienza storica” (nn.13-14), “Senza un progetto per tutti” (nn. 15-17), “Diritti umani non sufficientemente universali” (nn. 22-24), ”Senza dignità sulle frontiere” (nn. 37-41), “L’illusione della comunicazione” (nn. 42-43). “Aggressività senza pudore” (44-46)…

Ecco, allora, che anche il Natale registra “dense ombre”, come lo stesso Papa definisce diverse tristi situazioni, per cui occorre davvero aprirsi alla speranza, con “ciò che accende il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi con la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore” (n. 54).

Contestualizzando a questi giorni della Nascita del Salvatore il pensiero di Francesco, è logico quindi concludere che c’è davvero tanto bisogno di Natale.

 

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