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Avvincente. Coinvolgente. Davvero straordinaria. E gli aggettivi potrebbero continuare, facendo riferimento ad una delle più belle interviste del Papa, pubblicata nel libro, edito agli inizi di gennaio, da La Gazzetta dello Sport e da Sportweek.

 

 

Dopo aver riferito che da piccolo poteva partecipare solo a partitelle con un pallone di stracci, Francesco confida: “Ricordo molto bene e con piacere quando, da bambino, con la mia famiglia andavamo allo stadio, El Gasòmetro. Ho memoria, in modo particolare, del campionato del 1946, quello che il mio San Lorenzo vinse. Ricordo, quelle giornate passate a vedere i calciatori giocare e la felicità di noi bambini quando tornavamo a casa. La gioia, la felicità sul volto, l’adrenalina nel sangue”.

Francesco dichiara a Pier Bergonzi e a don Marco Pozza, che ha pubblicato pure la Postfazione del testo, la sua passione calcistica, narrando numerosi ricordi personali, arricchiti progressivamente da ulteriori conoscenze sul mondo dello sport e dal riferimento ai grandi valori umani che possono arricchire l’attività agonistica: “Lo sport, quando è vissuto bene, è una celebrazione della vita”, sostiene ad esempio.

Per dare, in particolare, una grande lezione di vita: “meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca”.

 

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