In occasione dei cinquant’anni dall’istituzione della Commissione teologica internazionale (Cti) voluta da San Paolo VI nel 1969, Vatican media ha realizzato un documentario che fu trasmesso in anteprima durante le celebrazioni ufficiali del cinquantenario della Cti.
Ieri il documentario (CLICCA QUI) è stato pubblicato sui canali della Santa Sede per far conoscere di più e meglio al grande pubblico della rete, una istituzione, frutto quasi spontaneo della riflessione del Vaticano II, che in mezzo secolo ha dato un grande contributo allo studio delle fonti e alla ricerca teologica secondo tre chiavi di lettura: il pluralismo, la collegialità e l’ecclesialità.
Della Commissione teologica internazionale, in qualità di segretario aggiunto, è membro anche un monsignore pugliese, proveniente dalla diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca. Si tratta di don Maurizio Barba, docente di liturgia presso il Pontificio Ateneo “Sant’Anselmo” in Roma e officiale della Congregazione della dottrina della fede. Anch’egli collaboratore di Portalecce (CLICCA QUI).
“Illustrato da ricchi documenti d’archivio (fotografie, video, estratti di discorsi pontifici...) - scrive su Vatican news il segretario generale emerito Padre Serge-Thomas Bonino - e corredato da un testo chiaro e sobrio, il documentario, di una decina di minuti, comprende tre parti principali”.
“La prima è di natura più storica e presenta prima le ragioni che hanno portato San Paolo VI ad istituire la Cti nel 1969”. “La seconda parte si interessa dei metodi e soprattutto dello spirito che presiede ai lavori della Cti”. La terza ed ultima parte del documentario presenta alcuni dei 29 documenti pubblicati dalla Cti (un trentesimo, Reciprocità tra fede e sacramenti nell’economia sacramentale, si è aggiunto nel 2020)”.
«Una caratteristica della vostra Commissione è il suo carattere internazionale, che riflette la cattolicità della Chiesa - così Papa Francesco nel discorso pronunciato alla Commissione nel 2014) -. La diversità dei punti di vista deve arricchire la cattolicità senza nuocere all’unità. L’unità dei teologi cattolici nasce dal loro comune riferimento ad una sola fede in Cristo e si nutre della diversità dei doni dello Spirito Santo. A partire da questo fondamento e in un sano pluralismo, vari approcci teologici, sviluppatisi in contesti culturali differenti e con diversi metodi utilizzati, non possono ignorarsi a vicenda, ma nel dialogo teologico dovrebbero arricchirsi e correggersi reciprocamente. Il lavoro della vostra Commissione può essere una testimonianza di tale crescita».