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Nel suo riferimento alla dimensione e al cammino sinodale, proposti nel suo recente incontro con l’Ufficio catechistico della Cei, Francesco ha sottolineato l’esigenza di porre al centro l’annuncio del messaggio cristiano in dimensione comunitaria.

 

 

Altrimenti, «cercare appartenenze elitarie, ti allontana dal popolo di Dio, forse con formule sofisticate, ma tu perdi quell’appartenenza alla Chiesa che è il santo popolo fedele di Dio», ha ulteriormente precisato in tale circostanza.

È questo, secondo il Papa, l’avviarsi lungo cammini che aprono a itinerari sinodali, vissuti secondo le indicazioni conciliari del Vaticano II.

La proposta è particolarmente incisiva, perché richiede un rinnovamento profondo, proprio «lo spirito dell’annuncio», secondo quanto egli precisa riferendosi alle diverse attività dei vari impegni pastorali, interessati a “rivelare” all’uomo contemporaneo la salvezza di Cristo.

Non si tratta solo di svolgere le attività con metodi validi a coinvolgere ragazzi, giovani e adulti, ma soprattutto di attuare profondamente, in ogni ambito pastorale, la scelta di una carità contraddistinta da peculiare attenzione, tenerezza e sollecitudine materna della Chiesa, in modo da proporre efficacemente la salvezza di Cristo.

E, infatti, Francesco non continua a domandare ad ogni battezzato di essere accanto al vicino di casa, al collega di lavoro, alla gente tutta, a cominciare da chi è più emarginato, di non essere autocelebrativo nelle diverse forme di testimonianza, ma semplicemente, e soprattutto concretamente, di camminare fraternamente insieme come amorevoli testimoni di speranza teologale, con quotidiana carità vissuta nel dialogo e nel servizio concreto?

 

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