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Una quaresima di tenerezza, questa è la parola chiave di Papa Francesco. Accompagnare, discernere, allontanando il pregiudizio sociale. Un invito chiaro, per i cristiani e per i sacerdoti.

 

 

Il Papa ha posto l'accento sul pregiudizio sociale che porta ad allontanare la gente con la parola: questo è un impuro, è un truffatore, un peccatore. "Talvolta è vero, ma non si può pregiudicare" - afferma il Papa. Ciascuno di noi può sperimentare di toccare la dimensione del peccato.

Papa Francesco invita dunque alla «vicinanza, tenerezza e compassione che indicano lo stile di Dio». Papa Francesco inizia per primo a battere le mani, davanti ai presenti sulla piazza durante l'Angelus, e scherza dicendo: facciamo un applauso ai sacerdoti che non utilizzano la "frusta" ma la tenerezza". 

Papa Francesco ripete che «vicinanza, tenerezza e compassione indicano lo stile di Dio».

Il tema della tenerezza come cifra per declinare la azione pastorale è ricorrente sin dai primi giorni del pontificato. Già nella messa di inaugurazione del pontificato del 19 marzo 2013, aveva incoraggiato i cristiani «a non avere paura della tenerezza». Aveva anche spiegato che la tenerezza non è la virtù del debole, ma è l'esatto contrario. In un tempo in cui il popolo soffre per varie emergenze, la Chiesa deve avere uno sguardo compassionevole.

Per sanare le ferite, di cui tutti facciamo esperienza in maniera anche dolorosa, Gesù ripete a noi, come un tempo ai discepoli: Voi stessi date loro da mangiare. Non si può rimanere a guardare, e spesso giudicare, ciò che fanno gli altri. È necessario coinvolgersi in prima persona, mettendo in gioco quel che siamo e quel che abbiamo. Impariamo a donare e a ricevere i tanti doni che ciascuno può possedere. È proprio vero quel che tante volte abbiamo ripetuto: “nessuno è tanto povero da non poter donare qualcosa di sé e nessuno è così ricco da non aver bisogno del dono che può venire da un fratello o una sorella”.

 

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