Amoris laetitia, mi piace definire questo documento una carezza per la famiglia. Nella giornata di San Giuseppe, si apre l’anno dedicato alla famiglia, proprio nel quinto anniversario della pubblicazione dell’esortazione apostolica, che per la verità non è stata tanto studiata e forse tanto compresa, men che meno probabilmente applicata.
Occorre uno studio approfondito in tutte le sedi, perché è un’esortazione sull’amore, non sulla dottrina del matrimonio, e difatti lo stesso Papa nel sottotitolo scrive: “Sull’amore nella famiglia”; pertanto questa è la chiave importante per leggere il documento: l’amore nella famiglia.
In questo breve excursus farò una sintesi del documento, che mi auguro possa essere preso in mano da tanti, letto con accuratezza e nelle sedi opportune ecclesiali, approfondito, meditato e poi attuare quanto chiede.
L’esortazione apostolica è suddivisa in nove capitoli, oltre 300 paragrafi. Si apre con 7 paragrafi introduttivi che mettono in chiaro la piena consapevolezza della complessità del tema, che richiede proprio l’approfondimento.
Si afferma che gli interventi dei Padri al sinodo, hanno composto un prezioso poliedro che va preservato.
In questo senso il Papa scrive che, “non tutte le discussioni dottrinali e morali o pastorali, devono essere risolte con interventi del magistero” (Al 3).
Per alcune questioni in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni, alle sfide locali. Infatti le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale, ha bisogno di essere inculturato se vuole essere osservato e applicato. Questo principio di inculturazione risulta davvero importante, persino nel modo di impostare e comprendere i problemi, che al di là delle questioni dogmatiche e ben definite dal magistero della Chiesa, non può essere globalizzato.
Poste queste premesse, il Papa articola la sua riflessione a partire dalle Sacre Scritture.
Protagonista, nel primo capitolo è la Bibbia, che è “popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari” (Al 8) e a partire da questo dato si può meditare come “la famiglia non sia un ideale astratto ma un compito artigianale” (Al 16), che “si esprime con tenerezza” (Al 28) ma che si è “confrontato anche con il peccato, sin dall’inizio quando la relazione d’amore si è trasformata in dominio” (Al 19). La Parola di Dio non si mostra come una sequenza di tesi astratte, bensì come “una compagna di viaggio anche per le famiglie che sono in crisi, o attraversano qualche dolore, e indica loro la meta del cammino” (Al 22).
Nel secondo capitolo, il Papa considera la situazione attuale delle famiglie, tenendo i piedi per terra e affrontando alcune sfide.
Il terzo capitolo è dedicato ad alcuni elementi essenziali dell’insegnamento della Chiesa, circa il matrimonio e la famiglia. Il quarto capitolo tratta dell’amore nel matrimonio, e lo illustra a partire dal l’inno di 1Cor 13,47. Il capitolo è una vera e propria esegesi, puntuale, ispirata e poetica del testo paolino. Potremmo dire che si tratta di una collezione di frammenti di un discorso amoroso, che è attento a descrivere l’amore umano in termini assolutamente concreti. Il quinto capitolo è tutto concentrato sulla fecondità e sulla generatività dell’amore. Si parla in maniera spiritualmente e psicologicamente profonda, dell'accogliere una nuova vita. Amoris laetitia non prende in considerazione la famiglia mononucleare, ma è ben consapevole della famiglia come rete di relazioni ampie. La stessa mistica del sacramento del matrimonio, ha un profondo carattere sociale, e all’interno di questa dimensione sociale, il Papa, sottolinea in particolare sia il ruolo specifico del rapporto tra giovani e anziani, sia la relazione tra fratelli, come tirocinio di crescita nelle relazioni con gli altri.
Nel sesto capitolo, sì affrontano alcune vie pastorali, che orientano a costruire famiglie solide, secondo il piano di Dio. È da chiarire subito che il Papa, preferisce lasciare la pastorale familiare più pratica alla creatività locale: “saranno le diverse comunità locali a dover elaborare proposte più pratiche ed efficaci, che tengano conto sia degli insegnamenti della Chiesa, sia dei bisogni e delle sfide locali” (Al 199). Quindi il Papa affronta il tema del guidare i fidanzati, nel cammino di preparazione al matrimonio, nell'accompagnamento degli sposi nei primi anni della vita matrimoniale, ma anche in alcune situazioni complesse e nelle crisi, sapendo che “ogni crisi nasconde una buona notizia che occorre saper ascoltare affidando l’udito del cuore” (Al 232)
Si parla anche dell’accompagnamento delle persone abbandonate, separate o divorziate e anche delle situazioni in cui la morte pianta il suo pungiglione. Il capitolo successivo è tutto è dedicato all’educazione dei figli, e della vita familiare, come contesto educativo. Il settimo capitolo è dedicato alla spiritualità coniugale e familiare fatta di migliaia di gestire reali e concreti.
L'ottavo capitolo costituisce un invito alla misericordia e al discernimento pastorale, di fronte a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore propone.
Il Papa usa qui tre verbi molto importanti: accompagnare, discernere e integrare, che sono fondamentali nell'affrontare situazioni di fragilità complesse o irregolari; quindi prende in considerazione la necessaria gradualità nella pastorale.
L’importanza del discernimento, le norme, le circostanze attenuanti nel discernimento, e infine quella che egli definisce la “logica della misericordia pastorale”.
Su di essa scrive il Pontefice: “a volte ci costa molto dare spazio nella pastorale, all’amore incondizionato di Dio. Poniamo tante condizioni alla misericordia che la svuotiamo di senso concreto e significato reale, e questo è il modo peggiore di annacquare il Vangelo” (Al 311).
L'ottavo capitolo, è un capitolo delicato, per leggere il quale, occorre ricordare che spesso il lavoro della Chiesa assomiglia a quello di un “ospedale da campo”. Qui il Papa assume ciò che è stato frutto della riflessione del sinodo, su tematiche ampiamente discusse. Ribadisce che cos’è il matrimonio cristiano e aggiunge che “altre forme di unione, contraddicono radicalmente questo ideale, mentre alcune lo realizzano almeno in modo parziale e analogo chiuse” (A.L. 292). La Chiesa dunque, “non manca di valorizzare gli elementi costruttivi, in quelle situazioni che non corrispondono ancora o non più, al suo insegnamento sul matrimonio”. Questo è il punto centrale, fondamentale perché qui occorre il dialogo, l'ascolto delle persone, l’accompagnamento, il discernimento da situazione a situazione.
La spiritualità antica aiutava a discernere i sentimenti, introduceva alle emozioni e ai desideri e al modo in cui ci si orienta nell’amore, nella vocazione nella fede Papa Francesco indica un verbo necessario, un atteggiamento importante: mostrare la gioia. Mostrare la gioia dell’essere sposi, è una cosa sola nell’esortazione, con il testimoniare, con il generare, con il chiamare ed essere chiamati all’amore.
Una delle grandi novità di Amoris laetitia è data proprio dalla comprensione del fatto, che non si tratta oggi tanto di presentare la visione giusta del matrimonio, quanto piuttosto di far innamorare di essa, come già dice il titolo del documento “La gioia dell’amore”.
Le coppie hanno bisogno di comprendere perché vale la pena sposarsi, cosa c’è di straordinariamente ricco e prezioso nella famiglia, e perché la vita è povera e si rifiuta il matrimonio. Si tratta insomma, non solo di accompagnare chi ha già scoperto l’amore, ma di farlo scoprire annunciandolo e mostrandolo.
Un linguaggio appassionato e argomentato deve nuovamente mostrare come l’amore può vincere la morte e il peccato. Accompagnare, discernere e integrare aiutano chi ha già intuito che nell’amore vi è un tesoro; ma prima ancora, per Papa Francesco è mostrare la gioia del matrimonio, ciò che permette di accompagnare nel cammino, e prima ancora di iniziarlo per chi ancora non ha la minima idea che lì vi sia un tesoro. Bisogna avere la consapevolezza che non esiste la famiglia perfetta, la coppia perfetta e che l’Eucarestia mensa e amore è farmaco potente per tutte le sofferenze.