Il cammino della Chiesa italiana, compiuto in questi decenni alla luce della Lumen gentium, mira a sviluppare sempre più la partecipazione dei fedeli laici alla vita ed alla missione della Chiesa.

E proprio la sinodalità, proposta da Papa Francesco alla Chiesa italiana, fa riferimento alla corresponsabilità di tutti i battezzati ed al loro coinvolgimento mediante la comunione ecclesiale, il concreto riconoscimento dei loro carismi e ministeri e la convinta adesione alla missionarietà.

Impegnandosi concretamente per una sinodalità che coinvolga l’intera comunità ecclesiale, riferimento di ogni rinnovamento per vivere in modo sempre più intenso la comunione e l’unità.

Occorre, quindi, un percorso sinodale, che aiuti a pensare in modo comunitario, costruendo la fraternità, la concordia e la solidarietà e così rendere visibile l’unità della Chiesa.

Nella ‘sinfonia delle diversità’ del Corpo di Cristo, volendo utilizzare una nota espressione di don Tonino Bello.

E ricordando, soprattutto a quanti hanno vissuto l’importante esperienza degli immediati decenni del Postconcilio, il forte anelito alla partecipazione proposto ad ogni componente del popolo di Dio.

Si può menzionare, a tal proposito, la Lettera Pastorale Camminare insieme (8 dicembre 1971) del card. Michele Pellegrino, protesa a trasfondere nella vita di ogni comunità locale lo spirito di comunione della Chiesa di Gerusalemme.

Documento apprezzato, in una lettera autografa, da Paolo VI, per “l’accento semplice, calmo, autorevole”, espressione del “cuore pastorale da cui esso trae la sua sapienza”.

Nel contesto di quanto Papa Francesco ha affermato, in occasione della sua visita a Torino, sull’esigenza di «ricordare questi uomini di Chiesa, che sapevano camminare con il loro popolo, all’interno del popolo, e con il popolo». 

Ora, nell’attuale contesto socioculturale, si tratta di riconsiderare e riproporre, in modo attuale, una dimensione della fede capace di coinvolgere ciascun battezzato, rendendolo protagonista di rinnovata evangelizzazione.