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Il cammino sinodale coinvolge ulteriormente comunità e gruppi ecclesiali. Dopo il Consiglio permanente della Cei, che nell’assemblea svoltasi a Roma dal 22 al 24 marzo scorso ha condiviso ufficialmente la volontà di Papa Francesco di avviare la riflessione, il cammino e lo stile sinodale nei diversi ambiti locali, già alcuni momenti di attenta considerazione e di studio delle prospettive sono state avviate da qualche diocesi e aggregazione, come, ad esempio il Movimento dei Focolari.

 

 

 

Pure il Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic), in occasione della sua assemblea nazionale, ha scelto di inserirsi attivamente nel percorso che l’intera Chiesa italiana sta avviando.

Nella relazione tenuta come presidente uscente, Beppe Elia, ha sottolineato, infatti, che l’aggregazione intende offrire il proprio concreto contributo, nella convinzione che «La dimensione sinodale è una condizione fondamentale perché la Chiesa possa divenire annunciatrice del Regno all’interno di un mondo in cui la Chiesa sembra essersi smarrita… ma questo esige un laicato spiritualmente robusto e culturalmente attrezzato, capace di ‘dar ragione alla speranza’ che è in noi, ben sapendo che il clericalismo rimane forte dentro le nostre comunità e soprattutto  nella mente e nel sentire di tanti credenti».

Il Meic, quindi, prende atto che i laici cristianamente impegnati, tramite la cultura e la fraternità, possono offrire un apporto significativo al rinnovamento della testimonianza ecclesiale, fondata su una formazione più radicata nel Vangelo, un associazionismo più estroverso e quindi maggiormente capace di dialogo e di riproposta di cultura politica.

Evidentemente, la prospettiva di un cammino sinodale comincia ad essere davvero coinvolgente e stimolante, per incarnare la storia della salvezza nell’oggi delle diverse realtà ecclesiali.

 

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