Pubblicata la Carta d’intenti, cominciano a delinearsi con maggiore precisione prospettive e percorsi per il cammino sinodale della Chiesa italiana.
Si elaborano, così, criteri e modi di procedere, allo scopo esprimere in modo più intenso la fraternità sinodale, nell’attuale contesto caratterizzato dalla travagliata situazione non solo sanitaria, ma pure sociale, che ha conseguenze nella religiosità individuale e comunitaria.
Si tratta di realizzar un sinodo nel segno dell’ascolto, della partecipazione e dell’impegno, in continuità con il Convegno di Firenze del 2012.
Nel contesto delle prospettive del Giubileo del 2025.
Seguendo precise dinamiche ecclesiali di riflessione e condivisione, secondo quanto è stato esplicitamente chiesto da Papa Francesco aprendo nei giorni scorsi l’Assemblea generale dei vescovi.
Egli ha continuato l’invito già rivolto lo scorso 30 gennaio, chiedendo di «incominciare: un processo di sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi».
E con le affermazioni del card. Gualtiero Bassetti, presidente dei presuli italiani, la comunità ecclesiale nazionale ha espresso la propria disponibilità ad impegnarsi per coinvolgere l’intero popolo di Dio.
Particolarmente interessanti le dinamiche che, alla luce della Lumen Gentium, il Pontefice ha indicato: dall’alto in basso, con la memoria del patrimonio di contenuti dottrinali offerti al popolo cristiano; dal basso in alto, con il «far parlare la gente, perché esca la saggezza del popolo di Dio», che «tutto, dal vescovo via via in giù è infallibile in credendo… ma deve esplicitare quella fede».
Un cominciare dal basso in alto, che dalle piccole comunità, dalle piccole parrocchie deve coinvolgere tutti, facendo parlare la gente, ha esplicitamente chiesto Francesco.
Occorre riuscire a cogliere i cambiamenti di sensibilità e di mentalità in atto, le domande esplicite e profonde delle popolazioni nei confronti della Chiesa e della società, le necessità e le opportunità delle diverse comunità per il rinnovamento della vita pastorale.
Con sincero atteggiamento di disponibilità alla conversione pastorale.