È stata consegnata ieri, l’umanizzazione pittorica delle vetrate della Sala allattamento e della Stanza nido del Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce.
Si tratta di una donazione da parte dell’associazione Cuore e mani aperte, guidata dal cappellano dello stesso nosocomio, don Gianni Mattia.
L’associazione, ormai da tempo, ha abbracciato nella propria mission l’umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri, attraverso iniziative quali la Bimbulanza, la clownterapia e la donazione di umanizzazioni pittoriche come quelle della risonanza magnetica del polo oncologico “Giovanni Paolo II” di Lecce e molte altre, allo scopo di facilitare la distensione psicologica del paziente, in particolare quello pediatrico.
Alla stessa Sala allattamento del Nido, diretto dal dott. Enrico Rosati, l’associazione aveva già donato, lo scorso anno, delle poltrone sulle quali le neo mamme possono allattare i neonati in sicurezza e comodità
“La nascita è il miracolo della vita. Questo è un qualcosa che si sente spesso quando si parla di neonati, gravidanze, maternità. Si, la nascita è un mistero bellissimo, perché nonostante se ne conosca ogni fase, resta un miracolo e sa stupirci ogni volta. - sono le parole con cui don Gianni ha presentato l’iniziativa -. Come la nascita allo stesso modo l'allattamento ha un che di poetico: linfa di vita che dal seno di donna passa nelle ossa e nella carne di quel figlio che da lei è nato. Su quel seno poggeranno le manine per afferrarsi a lei, da quel seno si sentiranno protetti ed è un seno che nelle sue diramazioni, che ricordano le radici della terra, gli daranno un posto nel quale rifugiarsi e allo stesso tempo un posto dal quale partire”.
“Noi amiamo la vita - ha aggiunto - in ogni sua forma ed emozione, anche quando queste possono spaventare e cerchiamo di esserci provando a rendere leggeri i nostri passi. L'umanizzazione degli spazi ospedalieri è un qualcosa che ci fa sentire di colorare le paure rendendole meno spaventose. La primavera, stagione di vita, è risveglio dal gelo e ci sembrava una perfetta immagine riflessa della nascita: il piccolo cerbiatto che guarda innamorato la sua mamma e che è protetto dal suo corpo; la mamma cigno con i suoi piccoli a rappresentare che anche ciò che può sembrarci "brutto" in realtà deve solo trovare il giusto tempo per riscoprirsi cigno; le piccole oche con la loro allegria e quel tipico passo danzante nel seguire con fiducia la mamma in ogni tragitto; le ranocchie che basterà baciare per scoprire se diventeranno dei principi e, per finire, il cervo adulto che rappresenta sia il tempo che passa che la paternità, perché nel ciclo della vita non possiamo dimenticare che nella maternità quel figlio e quella figlia danno vita a una mamma e a un papà. La primavera con ogni sua forma, con ogni suo richiamo, è come il volo di piccoli uccellini che con fiducia si lanciano nel vuoto e lo rendono un dipinto bellissimo”.