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Sulla parte superiore della facciata del duomo di Lecce, quella con il trionfo di Sant’Oronzo, campeggia al centro, sul punto più alto, un medaglione ovale scolpito nella pietra leccese con l'effige di un leone rampante che si morde la coda.

 

 

 

È lo stemma del vescovo Luigi Pappacoda, carismatico vescovo a cui si deve, in età barocca, la costruzione della stessa cattedrale e del campanile, nonché l'introduzione del culto di Sant’Oronzo, amato patrono della città di Lecce.

Personaggio complesso e affascinante, Pappacoda ha avuto un'influenza così grande al suo tempo sulla storia della città che senza di lui il barocco leccese forse non sarebbe stato possibile, così come non sarebbe potuto esistere senza il suo fido maestro scalpellino Giuseppe Zimbalo, che ha tradotto in ricami di pietra le intuizioni del vescovo.

Quante cose avrebbero da raccontare Luigi Pappacoda e Giuseppe Zimbalo, se avessero oggi la possibilità di parlare di quel tempo straordinario.

Così, sulle ali di questo desiderio il progetto di “Incontri Impossibili”, promosso dall'associazione C.A.SA., ha viaggiato spedito per diversi mesi sino a concretizzarsi domani 15 aprile, proprio in piazza Duomo, all'interno del palazzo arcivescovile. Qui Giuseppe Zimbalo, Luigi Pappacoda e altri personaggi racconteranno qualcosa della loro storia trasportandoci nell'anno 1666 per farci assaporare più da vicino l'anima del barocco, una delle radici della nostra identità di leccesi.

Il percorso gratuito e accessibile per gruppi senza prenotazione si snoderà in tre quadri e un intermezzo musicale a tema tra le sale dell'episcopio, sotto la guida degli accompagnatori che forniranno notizie utili per contestualizzare i dialoghi, e si ripeterà ogni venti minuti circa, dalle 17.30 alle 19.30.

Il progetto è un'attività di volontariato volta a restituire ai cittadini luoghi e personaggi locali di interesse storico, perché tutti possano riscoprire e apprezzare la ricchezza artistica e umana delle nostre radici salentine.

 

 

 

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