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In tutta la provincia di Lecce le feste pasquali hanno il loro epilogo con la Pasquetta, diversamente detta riu o pascareddhra: una scampagnata con annessa merenda che si fa il Lunedì dell’Angelo e che i leccesi protraggono al martedì, rispettando un’antichissima consuetudine, retaggio del rito bizantino.

L’espressione scire a llu Riu (da riportare sempre con iniziale maiuscola) è da preferire all’espressione fare lu riu per una ragione che si spiega: i leccesi delle generazioni passate non concepivano, come noi oggi, le scampagnate, le escursioni, le gite avulse da una festività religiosa.

Il martedì dopo Pasqua si recavano a Surbo (distante appena tre chilometri), per la festa liturgica della Madonna di Aurio che si celebrava presso la chiesetta omonima (sec. XII), dov’era l’immagine bizantina della Vergine. Pertanto quando dicevano scire a llu Riu intendevano dire che andavano ad Aurio o, meglio, alla chiesetta della Madonna di Aurio.

PER APPROFONDIRE

Barletta R., Quale santo invocare. Feste e riti del calendario popolare salentino, Lecce, Ed. Grifo, 2013.

 

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