Nessuno avrebbe pensato che nel mentre non siamo ancora usciti dalla pandemia di Covid 19, che continua a contagiare ed a provocare ricoveri in ospedale e decessi, ci vedessimo piombare addosso, da ormai sette settimane, il dramma della guerra. E che guerra!
Le immagini che i media ci forniscono a prolusione ci pongono di fronte a massacri inauditi di civili, comprese donne e bambini, che vengono gravemente privati di ogni dignità prima di venire vilmente uccisi.
Tutte le norme del diritto internazionale vengono calpestate, sicché il numero dei civili uccisi supera di gran lunga il numero dei caduti sul campo di battaglia.
Sembra essere completamente scomparsa la pietas umana quando vengono bombardate strutture ospedaliere e centri di ospitalità per anziani, oltre a scuole e stazioni.
Quel che appare ancora più incomprensibile è che, nel cuore della vecchia Europa, dopo 75 anni, tornino a rombare i cannoni tra due opposte fazioni di popoli che sarebbero, per di più, cristiani.
Come si può concepire tanto degrado umano, nella settimana che ci conduce alla Pasqua, la festa più importante, appunto, per tutti i cristiani?
Senza alcuna accoglienza sembrano essere le stesse implorazioni che Papa Francesco, quotidianamente, rivolge ai due cobelligeranti che, come si evince da vari servizi giornalistici, si segnano con il segno della croce prima di inforcare il fucile e provocare la morte di tanti fratelli.
Possibile che la fratellanza, della quale si dicono portatori entrambi i popoli in guerra, non produca nel profondo dei loro cuori un moto di perdono e di pace?
Il sangue di uomini, donne e bambini privati, inopinatamente, del bene supremo della vita non può lasciare indifferenti coloro che, in obbedienza ad ordini assurdi, continuano a saccheggiare, stuprare ed uccidere gli abitanti di un popolo con il quale condividevano momenti di vacanza e di crescita economica e sociale reciproca.
Singolarmente presi, registriamo un ‘impotenza agghiacciante, per cui non ci resta che invocare la “Regina Pacis”, che accolse in grembo il capo del Suo Figlio, calato dalla croce, perché faccia comprendere ai responsabili di questi massacri che l’umanità e l’amore per i fratelli vengono prima di qualsiasi interesse materiale.
E quindi assumano tutte le iniziative conseguenti per costruire la pace, nella convinzione che con la guerra non si ottiene nulla.