Nella lettera apostolica Desiderio desideravi sulla formazione liturgica del popolo di Dio, Papa Francesco afferma che “La Liturgia è fatta di cose che sono esattamente l’opposto di astrazioni spirituali: pane, vino, olio, acqua, profumo, fuoco, cenere, pietra, stoffa, colori, corpo, parole, suoni, silenzi, gesti, spazio, movimento, azione, ordine, tempo, luce” (n. 42).
Dunque, anche il suono (canto e musica) contribuisce alla conoscenza di Cristo che, come dice ancora il Papa, “non consiste in una assimilazione mentale di una idea, ma in un reale coinvolgimento esistenziale con la sua persona” (n. 41).
Pertanto, la scelta dei canti o delle musiche non può essere dettata dal gusto personale dei musicisti o lasciata al caso, ma deve corrispondere al mistero della vita di Cristo celebrato in quel determinato giorno o periodo dell’Anno liturgico.
Ora, il Tempo di Avvento che ci apprestiamo a vivere è Tempo di preparazione al Natale, in cui si fa memoria della prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini e contemporaneamente Tempo in cui, attraverso tale ricordo, veniamo guidati all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi (cf. Norme generali per l’ordinamento dell’Anno liturgico e del calendario, n. 39).
In un’altra occasione abbiamo già offerto alcune indicazioni circa il canto d’ingresso per il Tempo di Avvento (LEGGI). Qui vogliamo aggiungerne qualcun’altra relativa al canto di comunione e a quello finale.
Riguardo al primo, l’Ordinamento generale del Messale Romano suggerisce di utilizzare l’antifona del Graduale Romanum, con o senza salmo, o l’antifona col salmo del Graduale simplex, oppure un altro canto adatto, approvato dalla Conferenza Episcopale (cf. n. 87). In quest’ultimo caso, si potrebbe usare il canto Noi veglieremo di Machetta (Repertorio nazionale di canti per la liturgia, n. 295) per la I domenica di Avvento, Tu sarai profeta di Frisina (n. 60) per la II, Il deserto fiorirà di Frisina per la III e Non temere di Frisina per la IV.
A proposito del secondo, propriamente parlando la liturgia non prevede il canto finale, tuttavia si può concludere la celebrazione con un’antifona mariana. Per il Tempo di Avvento fino al 2 febbraio essa è Alma Redemptoris Mater di cui esistono due versioni gregoriane, quella solenne e quella semplice e numerose versioni polifoniche. In alternativa, si può usare un altro canto mariano adatto come Maria porta dell’Avvento di Semprini.
Non sarebbe nemmeno inopportuno terminare con una bella elevazione musicale, eseguendo per esempio il conosciuto preludio al corale Nun komm der Heiden Heiland BWV 659 di Bach.