Riflettendo sul messaggio del Santo Padre, per la 57ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Parlare con il cuore”, mi domandavo se anche l'informazione territoriale, è fatta con il cuore.
Quanto amore si mette, quanta passione per comunicare oggi, con i mezzi di informazione, dai giornali alle radio, alle tv.
Anche i social, che sono ritenuti mezzi di comunicazione, tanto che spesso viene messo in risalto anche la diffamazione a mezzo stampa hanno la necessità di essere “educati alla verità”.
È necessario creare una cultura dell’uso dei social che sia positiva, perché sono tanti gli utenti, che utilizzano i mass media, spesso senza delle fondamenta deontologiche di informazione certificata.
L'operato dei giornalisti è fondamentale, per costruire una rete solidale sul territorio, mettendo in risalto luci e ombre della realtà sociale, culturale, politica, economica di un paese. Spesso si nota, perlopiù in televisione, polemiche e divisione. Parlare col cuore è un invito rivolto ai media per abbassare i toni divisivi, che stanno diventando i protagonisti in ambito politico e sociale. Bisognerebbe, invece, mettere in atto l’aspetto positivo e propositivo delle informazioni. Report, inchieste, anche scomode, dovrebbero sempre rispecchiare l’amore per la verità.
Oggi la parola dialogo sembra essersi eclissata; eppure, la pace nasce anche dal modo in cui si comunica. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ed in particolare agli operatori della comunicazione, chiamati a svolgere la propria professione, come una missione, per costruire un futuro più giusto, più fraterno e più umano.
Il lavoro dei giornalisti oggi non è assolutamente facile, ma bisogna pur essere professionisti dell'informazione nella libertà e promuovere il bene di tutti, con un'informazione saggia, libera, con le fonti sicure, che produca un pensiero positivo per il bene del territorio. Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel vangelo.
Importante che l’informazione del territorio, sia vicina ai problemi della gente: ai problemi strutturali della società con particolare attenzione alle situazioni di criminalità, di disoccupazione, di povertà, i ritardi nelle infrastrutture, ritardi sociali e culturali; una visione d'insieme raccontata con la passione e l'amore per il territorio.
Le parole sono un’arma a doppio taglio, per questo “parlare con il Cuore” vuol dire riappropriarsi di quel tempo fondamentale per “andare”, “vedere” e “ascoltare”. Come giornalisti abbiamo la responsabilità di una parola che sia pensata e pesata, prima di venire diffusa, con qualsiasi mezzo. Abbiamo questa responsabilità, come vera e propria comunità educante.
Parlare con il cuore per abbattere ostacoli pregiudizi preconcetti rimettendoci accanto l'uno all'altro per condividere e costruire un nuovo presente e un nuovo futuro.
Come già annunciato a più riprese, stasera, 18 maggio, a partire dalle 20, nel chiostro dell’antico seminario di Lecce, in Piazza Duomo, la quarta edizione di “Dialoghi al pozzo” l’appuntamento annuale che la Chiesa locale dedica alla riflessione sul Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni.
Ospiti della serata, Antonio Caprarica, giornalista e scrittore, storico corrispondente Rai da Londra. Dialogherà con lui il giornalista del Nuovo Quotidiano di Puglia, Matteo Caione. E don Michele Madonna che interverrà nella seconda parte della serata con un momento di musica cristiana dedicato ai giovani.
*direttore Ufficio comunicazioni sociali Lecce