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Il corso di formazione per i volontari della comunicazione è giunto al suo terzo incontro. Ospite e relatore della serata Adelmo Gaetani, già vicedirettore del “Nuovo Quotidiano di Puglia”.

In premessa del suo intervento ha voluto chiarire che “c’è differenza fra comunicazione e informazione, esse sono sovrapponibili solo in parte in quanto ogni comunicazione ha in sé una parte variabile di informazione. La comunicazione è sempre di parte, nel senso che parte da un soggetto in qualche modo interessato a quella comunicazione. L’informazione non deve partire da chi ha un interesse perché si tratta comunque di qualcuno (un giornalista) che per il lavoro che fa è istituzionalmente obbligato a dare una notizia. Chi fa informazione ha un dovere nei confronti della collettività deontologicamente.”

Per far comprendere appieno l’importanza dell’attività giornalistica, Gaetani ha ricordato che Papa Francesco, durante il Giubileo della misericordia, ricevette in Vaticano l’ordine dei giornalisti e, in quell’occasione diede una definizione molto bella e carica di responsabilità su questo mestiere: “Voi giornalisti siete quelli che scrivete la prima bozza della storia”.

Il vicedirettore è entrato poi nel vivo del corso spiegando che “un giornalista è in grado di portare alla luce dei fenomeni e di fare in modo che gli altri si interroghino sugli stessi. Quindi il ruolo del giornalista è prezioso per l’intera società e bisogna valorizzarlo puntando sulla professionalità. Un giornalista deve essere in grado di leggere le dinamiche sociali e in particolare, quando ci si occupa del proprio territorio e si vive in mezzo alla gente non ci si può concedere errori. A livello nazionale questo non succede o meglio, si tende a perdonare delle piccole imprecisioni. Per esempio, se si deve raccontare un fatto di cronaca, anche solo un semplice incidente, la gente non accetta piccole imperfezioni da parte di un giornalista locale (sul nome della strada, sull’età delle persone coinvolte, sul loro ruolo nella comunità) perché sa che è una persona che vive il territorio. Se lo stesso fatto di cronaca viene invece narrato da un giornalista nazionale, gli si perdona delle imperfezioni perché si sa che non è del posto. Quindi non bisogna mai sentirsi sminuiti nel proprio lavoro solo perché lo si porta avanti a livello locale”.

L’incontro si è concluso con l’invito a non smettere mai di esplorare il proprio territorio sforzandosi di portare alla luce ciò che di buono esso contiene perché c’è sicuramente ancora tanto da scoprire.

 

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