In occasione del 70° anniversario di ordinazione sacerdotale del card. Salvatore De Giorgi che si è celebrato ieri 28 giugno, oggi Portalecce pubblica l’intervento di don Antonio De Nanni, il sacerdote più giovane della diocesi.
È una bella responsabilità, dover porgere un pensiero di auguri al caro don Salvatore De Giorgi, a sua eminenza il cardinale.
Non voglio limitarmi ad un semplice messaggio istituzionale, ma desidero partire proprio da ciò che il cardinale ha sempre trasmesso a noi più piccoli. Quando penso a don Salvatore, credo di esprimere il pensiero di tanti di noi, penso innanzitutto ad un uomo, poi sacerdote e vescovo, che ama follemente la Chiesa, sentendola mamma e avvertendo la responsabilità della custodia e della guida, la responsabilità dell'amore di un pastore che prima di essere padre, è stato ed è figlio.
Chissà cosa ha provato, l'allora don Salvatore, quando il vescovo gli chiese di partorire il quartiere di Santa Rosa, proprio a lui, giovane proveniente dalla lontana Vernole, a colui che era nato in un paesino, veniva chiesta la fondazione di un polmone della città. Un'opera, che non è solo chiesa di mattoni, ma popolo, pietre viventi, terra battuta, estrema periferia, divenuto uno dei punti di riferimento della città. Un grande sacrificio spinto, guidato e animato dall'amore di Dio, passato attraverso le mani di don Salvatore che insieme ai sacerdoti, suoi collaboratori, tra cui ricordiamo il grande don Vito De Grisantis, è diventato famiglia, la grande famiglia di Santa Rosa.
Da qui è partita la grande esperienza di pastore, che a noi novelli presbiteri ha solo da insegnarci, incoraggiarci, aiutandoci a non arrenderci dinanzi alle prime difficoltà.
La società di oggi, le mode e le masse, spesso travolgono anche noi, portandoci fuori strada e direi soprattutto fuori dal progetto di felicità che Dio ha pensato per noi. Pensando a don Salvatore, penso proprio a questo pastore modello, testimone di una chiesa che ha provato ad essere al passo coi tempi, senza svendersi, restando se stessa, con i piedi per terra, facendosi garante di quella presenza di Dio, anche spesso silenziosa, in questo mondo in continua evoluzione e rivoluzione.
Don Salvatore ha avuto e continua ad avere una parola buona, uno sguardo paterno, un messaggio impregnato di vangelo e di vita vissuta, per ciascuno di noi, dal più piccolo al più grande. Don Salvatore è una colonna portante della nostra amata Chiesa di Lecce, è colui che ci insegna ad amare il vescovo, ad amare il Papa e quella Chiesa che ci ha generati, impegnandoci innanzitutto a riscoprirci figli e poi padri e pastori.
La sua presenza alla mia ordinazione sacerdotale, non l'ho ritenuta assolutamente una presenza istituzionale, ma una presenza paterna, che a me ultimo arrivato, ha permesso e permette di trarre fede e insegnamento da chi è scolpito da questi 70 anni di ministero d'amore.
Ricordo ancora la gioia, l'amore e la commozione del cardinale, mentre consegnava il pastorale, cioè sua madre, al nostro nuovo pastore, l'arcivescovo Michele Seccia. A noi preti giovani, dico di non lasciarci abbattere da coloro che tante volte, invece di trasmetterci entusiasmo e gioia del ministero, provano a sopprimerci, ma guardando proprio all'esempio e all'amore del card. Salvatore De Giorgi e del nostro arcivescovo, possiamo scoprire la bellezza della vita e del ministero, fatti di sacrificio, di ostacoli, di lotte contro il male per difendere il bene, di gioie e dolori, impariamo ad essere felici e a volerci bene, custodendoci a vicenda, come figli della stessa famiglia.
Grazie, nostro amato don Salvatore, fratello maggiore, pater familias, grazie per l'esempio, la fede incrollabile in Cristo e nella Chiesa, grazie perché ci insegni ad amare, ad essere preti felici, disposti al servizio, disposti ad essere collaboratori della gioia. Continua ad accompagnare con l'esempio e la dedizione, con messaggi d'affetto e di speranza, i nostri passi, spesso incerti come quelli di un bimbo che gattona, ma se accompagnati da modelli forti, veri, seri e santi, sappiamo metterci in piedi e compiere il cammino della vita, edificando ogni giorno la nostra amata sposa, la Chiesa di Lecce.
Questo desidero augurarti cara eminenza: continua ad essere per noi garante dell'amore di Dio, continua a pregare ed incoraggiare il cammino di tutti noi, continua ad essere quel pastore instancabile, che è stato chiamato a servire tante spose, forse proprio perché caratterizzato da un eccesso d'amore, grande fede. Continua ad essere te stesso, don Salvatore, così come sei, uomo di Dio, che vestito di rosso, ci ricordi il sacrificio di Cristo e di tutti coloro che hanno dato la vita, per garantire a noi di vivere. Ad multos annos pater!