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Lecce si onora di avere come Santi Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato, in onore dei quali sono ormai prossimi i festeggiamenti.

 

 

Al di là delle questioni di carattere puramente storico, è interessante come da secoli la Chiesa di Lecce sia rimasta sempre fedele al culto di questi Santi, in modo particolare di Sant’Oronzo. Un culto molto sentito dalla popolazione non solo della città ma anche di tanti paesi della diocesi e del Salento.

Come tutte le feste patronali, anche quella di Sant’Oronzo, nell’immaginario popolare, rischia di svuotarsi sempre più di contenuto cristiano, per rifugiarsi in forme rituali appariscenti, che attirano più la curiosità che il senso della preghiera, forme rituali che volentieri vengono ingabbiate nel telefonino e nella cinepresa, ma scarsamente partecipate come manifestazione di fede.

E tuttavia, la festa in onore dei santi patroni rimane un’occasione privilegiata per seminare nuovi germi di fede.
Occorre, infatti, far passare il messaggio che la festa di Sant’Oronzo, è la festa della fede di Oronzo, che è la fede di un martire, anzi di uno dei primi martiri della Chiesa. La festa di Sant’Oronzo allora può diventare l’occasione per vivere, in un clima di gioia e di partecipazione, la nascita della fede leccese, una fede contrassegnata dal martirio.

Dobbiamo essere bravi a resistere alla tentazione di proporre la festa in termini sempre più di consumismo religioso, vale a dire attirare la curiosità delle persone verso manifestazioni religiose con lo stesso stile del marteking vigente. Non siamo chiamati a suscitare emozioni per riscuotere consenso, ma siamo chiamati a distribuire cibo, vale a dire offrire opportunità alle persone in cerca di senso della propria esistenza, offrendo modelli evangelici di vita santa.

Il senso della festa emerge nella misura in cui tutta la festa, attraverso la liturgia, la predicazione e altre iniziative, diventa una poliedrica manifestazione dell’amore verso Cristo e i fratelli vissuto dal santo festeggiato, amore che non rimane solo oggetto di ammirazione ma si propone a noi come il senso più vero e più bello della vita; un amore grande messo a nostra disposizione.

In altri termini, la festa può diventare una proposta offerta a tutti per vivere il paradosso cristiano, che è la narrazione dell’amore più grande che scaturisce dal dono della propria vita per gli altri. La festa diventa allora, come la luce e il calore del sole, la normalità che rende viva e sorprendente la nostra quotidianità.

In altri termini noi cristiani facciamo festa perché siamo stati raggiunti dall’amore più grande, dall’amore di Gesù primo martire, dall’amore di Oronzo Giusto e Fortunato nostri patroni, dall’amore di tante e tanti che, come un fiume, attraversano la storia e la bagnano di bene.

 

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI

E veniamo agli appuntamenti religiosi più vicini. Domani 23 agosto, in duomo, al mattino (8,30) le Lodi capitolari presiedute dall’arcivescovo. In serata, invece, alle 20,30, la liturgia penitenziale di preparazione alla festa presieduta sempre da mons. Seccia con le confessioni individuali. Un buon numero di sacerdoti sarà disponibile per la celebrazione del sacramento del perdono in vista anche dell’indulgenza plenaria che si potrà lucrare nei giorni della festa.

Giovedì 24 agosto al mattino, alle 10, l’amministrazione comunale, accompagnata dal Gran Concerto Bandistico “Ligonzo” Città di Conversano aprirà la festa con il saluto all’arcivescovo in Piazza Duomo. Alle 19 la consueta processione che si snoderà per le vie del centro storico secondo il seguente percorso: Piazza Duomo, Corso Vittorio Emanuele II, Via Petronelli, Via degli Ammirati, Piazza Vittorio Emanuele II, Via Federico d’Aragona, Via dei Perroni, Viale Lo Re, Via XXV luglio, Via Trinchese, Piazza Sant’Oronzo, Corso Vittorio Emanuele II, Piazza Duomo. Prima della partenza, il sindaco Carlo Salvemini consegnerà simbolicamente ai santi patroni le chiavi della città.

 

Tutti gli altri riti religiosi nel programma QUI SOTTO.

 

 

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