Domani 1° settembre, mons. Giancarlo Polito, segretario generale di Curia, maestro delle celebrazioni liturgiche episcopali e rettore della basilica del Rosario, festeggerà il suo 80° compleanno. Portalecce gli dedicherà in questi giorni alcune pagine augurali.
Al carissimo don Giancarlo, insieme agli auguri più sentiti e più fraterni, desidero dedicare una breve riflessione sul rapporto presbitero-eucaristia-comunità, esperienza che don Giancarlo ha vissuto e continua a vivere da lunghi anni.
La Presbiterorum ordinis al n. 5 indica l’eucaristia come l’elemento unificatore di tutti i sacramenti, di tutta la vita cristiana e come la fonte e il culmine di tutta l’evangelizzazione. Più avanti parla del rapporto tra i presbiteri e l’eucaristia direttamente all’interno del ministero: come i presbiteri devono presentare tale sublime realtà con l’insegnamento e con la celebrazione liturgica. Ciò significa che la spiritualità eucaristica, centrale per il presbitero, scaturisce immediatamente dal suo ministero.
A supporto e conferma del testo conciliare appena citato mi piace affiancare le parole di Giovanni Paolo nella famosa enciclica Ecclesia de Eucharistia, rimanendo così in un clima magisteriale che ha alimentato la vita sacerdotale di don Giancarlo da giovane. Al n. 31, il Papa accentua ancor più il rapporto tra eucaristia e ministero presbiterale allorquando raccomanda al sacerdote la celebrazione della S. Messa quotidiana: “In questo modo il sacerdote è in grado di vincere ogni tensione dispersiva nelle sue giornate, trovando nel Sacrificio eucaristico, vero centro della sua vita e del suo ministero, l’energia spirituale necessaria per affrontare i diversi compiti pastorali”.
Al n. 24 della stessa enciclica, il pontefice, chiama in causa, seppure in forma indiretta, lo stretto rapporto tra il ministero presbiterale e l’eucaristia allorquando presenta l’eucaristia come germe di un nuovo umanesimo: “ Ai germi di disgregazione tra gli uomini, che l’esperienza quotidiana mostra tanto radicati nell’umanità a causa del peccato, si contrappone la forza rigeneratrice di unità del corpo di Cristo. L’eucaristia, costruendo la Chiesa, proprio per questo, crea comunità fra gli uomini”.
Penso che il segreto di don Giancarlo di rimanere un sacerdote gioviale, amabile e sempre disponibile vada ricercato proprio nel suo rapporto con l’eucaristia, celebrata quotidianamente, condivisa con la comunità dove è stato inviato, in particolare la comunità di San Matteo nel centro storico di Lecce. Il suo rapporto con l’eucaristia e la comunità ha preso forma anche nel suo lungo servizio di “cerimoniere” della nostra diocesi sin dai tempi di mons. Minerva, compito che ha svolto e continua a svolgere con grande cura e competenza per il decoro della liturgia episcopale, che è e deve essere punto di riferimento di tutta la liturgia della Chiesa locale.
Il presbiterio leccese ti vuole bene, ti stima, caro don Giancarlo, e ti augura di continuare a svolgere con la gioia che ti ha sempre caratterizzato la tua avventura di ministro di Cristo.
*vicario generale