L’altra sera si è svolta, presso il Centro di pastorale e cultura “Giovanni Paolo II”, l’assemblea della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali della Chiesa di Lecce.
La riunione, la prima dopo un prolungato periodo di stasi causato della pandemia, ha visto l’attenta e fattiva partecipazione dei responsabili referenti, o dei relativi delegati, di 19 aggregazioni riunite attorno al pastore, l’arcivescovo Michele Seccia. Erano anche presenti il vicario generale, don Vito Caputo, il vicario episcopale per il laicato e la cultura, don Stefano Spedicato e il vicario episcopale della pastorale, don Vincenzo Marinaci.
La preghiera/invocazione allo Spirito Santo ha aperto la fase assembleare. È seguito il breve saluto ai presenti di don Stefano Spedicato e, quindi, l’intervento del segretario della Consulta, Antonello Starace, che ha inteso sottolineare il significato gioioso dell’incontro della comunità delle aggregazioni, riunita in unica famiglia di Dio, ricca dei molteplici carismi suscitati dallo Spirito, doni alla Chiesa. Ha, quindi, ricordato l’origine storica della Consulta, istituita nel 1994 da mons. Cosmo Francesco Ruppi, che intende essere espressione e strumento della volontà delle aggregazioni di partecipare, in forma unitaria di laicato maturo e responsabile, alla vita della Chiesa di Lecce, in comunione con il suo pastore ed il presbiterio, in linea con le sue scelte e indicazioni pastorali. Ha, infine, sottolineato la necessità del comune esercizio delle virtù dell’ascolto e dell’accoglienza reciproca, permeate di generosità misericordiosa, tese alla comunione ecclesiale col pastore, al quale ha assicurato la sincera e appassionata collaborazione delle Aggregazioni nella costruzione della comunione ecclesiale.
È poi progressivamente seguito, su sollecitazione di mons. Seccia, l’intervento di tutti i presenti, nessuno escluso, allo scopo di una migliore conoscenza delle specificità dei gruppi. I referenti, nel presentare brevemente il carisma e le caratteristiche della propria Aggregazione, hanno anche illustrato le attività in corso, le difficoltà registrate negli ultimi difficili anni vissuti, e le fragilità emerse; ma anche la generosità espressa nel servizio svolto in particolare verso i più fragili, più svantaggiati e maggiormente colpiti dalle difficolta della vita. Altresì, hanno particolarmente evidenziato l’importanza della preghiera, la coerenza alla chiamata, la perseveranza nel servizio volontario, pur nella consapevolezza del comune impoverirsi, in ogni ambito sociale nell’attuale complicato contesto storico-economico, dello slancio dell’associazionismo, quale forma nobile di risposta alle istanze ed alle sfide cui la società è chiamata a rispondere.
Non sono mancati brevi interventi dei presbiteri presenti. Don Vito ha rilevato la comune dimensione sacerdotale delle aggregazioni, particolarmente importante in questo tempo sinodale di crescita comunitaria, evidenziata nella spinta dello Spirito verso una Chiesa in uscita missionaria come indicata da Papa Francesco.
Don Stefano ha espresso la unitarietà della dimensione ecclesiale e ha segnalato come la collaborazione presbiteri/laici, l’incontro del pastore con il popolo di Dio, realizzi nella Chiesa il segno autentico della comunione.
Don Vincenzo, da parte sua, ha sottolineato l’aspetto pastorale della vita della Chiesa formata da pietre vive intorno all’unica pietra viva angolare.
In chiusura, l’arcivescovo ha voluto preliminarmente sottolineare la ricchezza delle esperienze riportate, l’importanza di aver dedicato ad esse un ascolto attento e interessato; conseguentemente ha auspicato che la loro condivisione, valorizzata in un circuito di rete, fonte di riflessione progettuale, possa opportunamente svilupparsi in testimonianza personale e pastorale, dal momento che pur nella varietà delle autonomie particolari, tutte concorrono alla costruzione dell’unico corpo, atteso che nelle esperienze riferite risultano essere comuni diversi elementi (preghiera, studio, servizio, impegno verso i più piccoli, …).
Photogallery di Arturo Caprioli