0
0
0
s2sdefault

Si è rivelato un evento importante, quello vissuto ieri mattina a Lecce, per la firma del protocollo d’intesa tra la Caritas di Lecce e la Casa Circondariale di Borgo San Nicola a Lecce, per aiutare concretamente i detenuti secondo le indicazioni dell’art. 27 della Costituzione Italiana, che promuove il coinvolgimento della comunità esterna e degli enti territoriali nel processo di reinserimento.

 

 

Il protocollo permetterà alla Caritas diocesana di realizzare un servizio di ascolto dei detenuti per la fornitura di servizi e prodotti, che vanno dai prodotti per l’igiene personale e di vestiario, ai meno abbienti, fino all’organizzazione di manifestazioni in occasioni di particolari ricorrenze. Inoltre, verrà attivato all'interno dell’istituto uno sportello, d'intesa con il comune di Lecce, finalizzato al disbrigo delle pratiche inerenti ai servizi demografici a cui vengono inoltrate le richieste della popolazione detenuta.

Sono intervenuti all’incontro, moderato da Marcello Favale, l’arcivescovo Michele Seccia, accompagnato dal vicario generale don Vito Caputo, che ha espresso la sua vicinanza costante soprattutto nei tempi liturgici forti di Natale e Pasqua nei quali va a visitare i detenuti e a celebrare l’eucarestia come “segno di speranza per loro ma anche per me perché chi viene da fuori deve offrire loro una visione pastorale per una nuova prospettiva futura”. Presente anche mons. Nicola Macculi, direttore di Caritas diocesana Lecce, secondo il quale “l’intesa nasce con l’idea di accompagnare e rafforzare questa presenza nel carcere nei limiti consentiti e ci auguriamo che nell’occasione del prossimo Giubileo, che è alle porte,  possa diventare una bella opportunità per accompagnare coloro che vivono qui in carcere anche con la presenza e la parola”. Infine, Maria Teresa Susca, direttrice della Casa Circondariale di Lecce, ha sottolineato “essenziale la continuità nella collaborazione con la Caritas già presente da alcuni anni al supporto della cappellania ai bisogni materiali”. Presenti infatti, anche il cappellano del carcere, Fra Angelo De Padova e alcuni volontari/operatori della Caritas diocesana.

In particolare, la Caritas diocesana di Lecce si impegna a indicare il referente della Caritas diocesana in carcere, volontario/operatore; a sensibilizzare le comunità alla raccolta di materiale per l'igiene personale e materiale necessario per i detenuti più fragili; ad attivare all'interno dell'Istituto penitenziario un servizio di ascolto anche finalizzato alla fornitura di prodotti per l'igiene personale e non, gestito da operatori/volontari della Caritas diocesana a favore di detenuti/e che non hanno disponibilità liquide sul proprio conto e per i quali i familiari non possono provvedere, all’assegnazione di modiche somme per telefonate ai familiari; ad organizzare all'interno dell'Istituto penitenziario manifestazioni in occasione di particolari ricorrenze o di festività, principalmente tese a sviluppare i valori positivi della socialità e l'espressione dell'affettività nell'ambito dei rapporti familiari.

L'organizzazione penitenziaria, d’altra parte, si impegnerà a mettere a disposizione della Caritas alcuni locali idonei all'interno della Casa circondariale leccese, che verranno utilizzati per i servizi di ascolto e per la distribuzione dei beni raccolti presso le comunità parrocchiali e non, offrendo un supporto concreto ai detenuti; a pianificare, in accordo con il referente della Caritas diocesana i tempi e i modi in cui i servizi offerti dalla Caritas diocesana, saranno fruibili, per i detenuti che ne fanno richiesta, con apposita disposizione dalla direzione e a favorire l'organizzazione in Istituto, a cura dei volontari/operatori delle Caritas diocesane, di manifestazioni in occasione di particolari ricorrenze.

Il Protocollo d’intesa viene stipulato a titolo gratuito ed ha la durata di tre anni, a decorrere dalla data di sottoscrizione, ed è tacitamente rinnovato di anno in anno, salvo disdetta scritta da comunicarsi da una delle parti.

 

 

 

 

Forum Famiglie Puglia