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“La liturgia non il campo del ‘fai-da-te’ ma l’epifania della comunione ecclesiale. Perciò nelle preghiere e nei gesti risuona il ‘noi e non ‘l’io’, la comunità reale, non il soggetto ideale”.

 

 

Queste parole di Papa Francesco, pronunciate nel 2018 all’assemblea dell’allora Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, sono diventate il manifesto del nuovo corso dell’Ufficio liturgico diocesano diretto da don Mattia Murra, anche se, ufficialmente, la nomina (LEGGI) diverrà effettiva dal prossimo 1° settembre. Ma, intanto, è già tempo di programmazione del nuovo anno pastorale e aspettare settembre per progettare potrebbe risultare una scelta non prudenziale.

Forma e sostanza, dunque, si fondono, a proposito di liturgia, nella mirabile sintesi del Santo Padre - come campeggia sulle copertine dei nuovi profili social dell’Ufficio diocesano - divenendo così la bussola di un cammino che si pone in continuità con quando realizzato dall’Ufficio a guida don Vito Caputo, nel frattempo scelto dall’arcivescovo Michele Seccia come vicario generale della diocesi.

Social dunque. L’Ufficio ha già aperto la pagina Facebook e il profilo Instagram con i primi contenuti-suggerimenti per la liturgia di questa XIII domenica del tempo ordinario (GUARDA LA GALLERY). La pagina Fb si chiama “Actuosa” mentre il profilo Ig si chiama “actuosa_sc48”, esplicito riferimento all’actuosa partecipatio che è la più efficace chiave di lettura della riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II. La Sacrosanctum Concilium - scrive Andrea Grillo -, riferendosi alla partecipazione alla liturgia, al n. 48 la definisce “actuosa perché consiste in un’azione comune. Non è soltanto una rappresentazione da imparare e fare propria o su cui provare sentimenti e devozione (a ciò porta la qualificazione di ‘cosciente’ e di ‘pia’), ma è una ‘azione da condividere’”.

“I riti vengono riformati - spiega Grillo -, anzitutto quelli eucaristici e poi a seguire tutti gli altri, perché la partecipazione implica l’azione. Se si fosse trattato semplicemente di maturare una ‘coscienza’ o una ‘pietà’, la riforma non sarebbe stata veramente necessaria. Se si trattasse semplicemente di “comprendere” e di “essere pii”, riti nuovi e riti vecchi sarebbero sostanzialmente equivalenti. Se, invece, è in gioco l’‘azione comune’ di Cristo e della Chiesa, la decisione di riformare gli ordines viene giustificata e sostenuta soltanto dall’acquisita evidenza di questa esigenza di ‘partecipazione alla azione comune’.

Tornando all’Ufficio, il futuro direttore ha già inviato una circolare al presbiterio diocesano: “In questo servizio mi piacerebbe non essere solo, siamo a lavoro per la costituzione di una equipe”. Poi passa subito al primo punto “Come ben sapete, la guida liturgica diocesana è uno strumento prezioso che ci accompagna quotidianamente nella celebrazione dei Sacri Misteri e nella cura delle comunità. È quindi di fondamentale importanza che essa sia accurata e priva di errori, affinché possa essere un supporto efficace e affidabile per tutti noi. A tal proposito, vi chiedo gentilmente di collaborare con questo Ufficio nella verifica della nostra guida che utilizzeremo il prossimo anno liturgico. Vi allego la bozza della guida e vi invito a segnalare qualsiasi errore, imprecisione o suggerimento che possa migliorarne la qualità. Le vostre osservazioni sono preziose e ci aiuteranno a garantire uno strumento utile e preciso”.

“Approfitto di questa lettera - conclude don Murra - per chiedervi la gentilezza di pubblicizzare agli operatori liturgici (ministri, cantori e musicisti, catechisti…) le pagine social dell’Ufficio che, senza alcuna pretesa, cercheranno di essere un canale formativo e informativo”.

Insomma, la macchina è in moto, il cammino può partire e Portalecce si propone come partner utile e virtuoso strumento di comunicazione e di confronto.

 

 

 

 

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