Giovedì sera (19.30), 13 giugno, memoria di Sant’Antonio da Padova l’arcivescovo Michele Seccia lo ordinerà sacerdote della Chiesa di Lecce. Così Gabriele Morello a 36 anni, nel giorno del suo compleanno, raggiunge un traguardo che altro non è che una griglia di partenza per il suo ministero. Avventura da vivere con il Maestro e con i fratelli.
Nell’immediata vigilia si racconta ricostruendo le tappe della sua storia vocazionale soprattutto invocando la preghiera e l’amicizia di chi lo ha conosciuto, seguito da vicino e da lontano e soprattutto di chi gli vuole bene.
Don Gabriele, come stai vivendo questi giorni di preparazione? Quali sono le tue aspettative? Le tue ansie o preoccupazioni? I tuoi sogni o progetti?
Ti rispondo con molta serenità e sincerità.... La mia preparazione è iniziata il giorno che ho messo piede al propedeutico il 15 ottobre del 2012, certo che avrei fatto un lungo viaggio insieme al Signore scoprendo il vero motivo di questa chiamata che mi ha spinto a partire. Non mi sono mai fatto aspettative, ma ho lasciato che il mio cuore si stupisse davanti al progetto di Dio che giorno dopo giorno si faceva sempre più chiaro davanti ai miei occhi come un bambino quando scopre qualcosa di nuovo. Forse oggi ho un'ansia soltanto: cosa posso rendere al Signore per quanto mi ha dato? Sarò degno del ministero che mi sarà affidato? So che non si risponde a domanda con domanda, ma sono queste le sensazioni che albergano nel mio animo. Sogno di sapermi davvero spendere pienamente, crescere nell'amore vero, quello che toglie il sonno e la serenità davanti al prossimo, che ti cerca e che desidera una parola adatta, ma che non sia tua, umana… ma che tu sia solo il mezzo per arrivare a Dio. Non è facile, ma è questo che desidero.
Ritieni di dover ringraziare qualcuno per questo percorso che stai per concludere?
Ringrazio il Signore, da solo non avrei fatto nulla. Nella vita bisogna imparare a tendere una mano e farsi aiutare durante le lunghe traversate... Ecco, solo non ci sarei mai riuscito e fin troppe volte ho teso la mano e chiesto aiuto. Lui non mi ha fatto mai mancare la sua presa sicura e la forza per proseguire il cammino. Ringrazio umanamente tutte quelle figure di sacerdoti che hanno incrociato la mia vita e mi hanno dimostrato, senza nascondere ansie e fatiche, cosa voglia dire "essere" prete e non "fare" il prete. Il modello è uno... La nostra umanità si deve conformare a Lui vincendo qualsiasi scommessa che il mondo oggi ci lancia. Non è facile, ma sapendo di non essere solo, con coraggio, accetto la sfida.
In questi anni quale è stato l’evento o il momento che ti ha segnato di più?
Non ricordo un evento in particolare, ma un luogo: il tempo della formazione a Molfetta è stato per me grazia e possibilità di crescita umana. Non è data a tutti la possibilità di passare un periodo così lungo di formazione lavorando sulla propria umanità fragile e vulnerabile, ma ricca di doni e carismi sui quali il Signore scommette.
Hai mai avuto, anche solo per un istante dei momenti di ripensamento o di dubbio sul tuo percorso?
Durante il percorso in seminario non sono mancati i momenti di sconforto e debolezza, qualche volta rischiando di tirare i remi in barca. Ma la mia forza è stata la preghiera costante e la voglio di capire cosa Dio davvero mi chiedeva, anche in quel momento di sconforto.
A chi vuoi dedicare la tua ordinazione e la tua vita intera di sacerdote?
Voglio dedicare questa ordinazione a tutti coloro che insieme a Dio hanno scommesso sulla mia persona, mi hanno accolto appena ho espresso il desiderio di iniziare il cammino e mi hanno incoraggiato e alcune volte deluso, ma mai e poi mai abbandonato. Alla mia famiglia, che con pazienza e amore sconfinato non ha mai smesso di credere in me. Infine alla mia comunità di Santa Rosa e a tutti coloro che in questi anni hanno pregato per me... Una vocazione non è frutto o merito solo di una persona, ma dono di insistenza e preghiera di tanti cuori. Grazie a voi, grazie a Dio che continua a scommettere sulla mia piccolezza e spero faccia con me grandi cose per la Chiesa di Lecce.