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Si è concluso l’anno formativo dei ragazzi del seminario arcivescovile di Lecce. Tre i momenti che hanno caratterizzato la giornata di ieri.

Il primo ha avuto un carattere preminentemente culturale ed artistico. I ragazzi hanno messo a frutto l’intenso lavoro svolto nel corso dell’anno attraverso il laboratorio teatrale e musicale che, insieme a quello di lettura e scrittura creativa e a quello psico-pedagogico, ha curato la formazione integrale dei giovani seminaristi. Si è trattato, infatti, della rappresentazione di una breve commedia ideata e scritta da loro stessi negli ultimi mesi, che ha allietato e divertito i familiari dei ragazzi e gli amici del seminario.

Al temine dello spettacolo il rettore, don Tony Bergamo, ha rivolto un saluto ai presenti ed ha avuto un pensiero particolare per i tre maturandi che terminano l’esperienza nel seminario minore per approdare, nel prossimo anno, nel seminario regionale teologico di Molfetta.

Il secondo momento è stato quello della celebrazione eucaristica presieduta nella cappella maggiore dall’arcivescovo mons. Michele Seccia, che ha sempre avuto a cuore ogni singolo seminarista. Durante la messa ha fatto memoria di Maria Madre della Chiesa e nell’omelia, prendendo spunto dai brani della liturgia della Parola, ha accennato, anche, a due “luoghi” importanti, non solo nella vita di Maria ma anche in quella di un giovane in cammino verso il sacerdozio: il Golgota e il Cenacolo. Ha ricordato che i sogni, i desideri e le aspirazioni dei giovani trovano concretizzazione solo e soltanto se ci si lascia interpellare dalla Parola di Dio e ci si riconosce in essa. Il vescovo ha concluso, poi, dicendo, soprattutto ai seminaristi più “grandi”, che il cammino sarà sempre più impegnativo, difficoltoso ma anche entusiasmante, nella misura in cui ci si lascia guidare dalla domanda rivolta a Gesù: “Cosa vuoi che io faccia?”; che non è sinonimo di indecisione, piuttosto è indice di un intenso legame tra noi e Dio che plasma e trasforma. Un altro interessante pensiero lo ha rivolto a tutta la comunità dei seminaristi soprattutto in vista delle vacanze estive. Mons. Seccia ha detto ai ragazzi che, durante il tempo estivo, non devono “concludere” il rapporto con Dio ma dovranno continuarlo attraverso la preghiera, la partecipazione alla messa, lo studio, l'obbedienza. Inoltre, ha ricordato che ritornare in parrocchia e in famiglia non significa “fare i preti” nei propri paesi, né fare i sacrestani ma che questo tempo di pausa estiva deve essere ancora di più utile per far fruttare l’ascolto della Parola di Dio.

Ultimo momento, quello conviviale. Al termine della celebrazione, non poteva mancare, infatti, un’agape fraterna con famiglie, amici e formatori. Ancora una volta si è sperimentato quell’amore tra tutti i presenti. Anche per i genitori non è mancato l’invito e la sollecitazione paterna del vescovo a pregare per i propri figli affinché il loro percorso verso il sacerdozio possa essere pieno e fecondo.

Ora si pensa al prossimo camposcuola che si svolgerà a Frigole nei primi giorni di luglio. Ma non mancherà un momento di progettazione delle attività formative per il prossimo anno

                                                                                              

 

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