La basilica della Natività, i momenti vissuti insieme lì dove il Verbo si è fatto Carne.
Il Tabor, il mettersi in ascolto del racconto della Trasfigurazione. Un'unica grande esperienza: il "Qui" del manifestarsi di Dio, nel mistero del Verbo incarnato, nel cuore disponibile di Maria, nel cuore e nella testa assonnato di Giuseppe, Pietro, Giacomo e Giovanni. Il "qui" del si di Dio a ciascuno di noi, con nome e cognome, con la freschezza e la generosità di Maria, con le resistenze e le fatiche, i dubbi dei primi discepoli.
"Ecco Nazareth, il germoglio della Galilea,
dove risuona ancora un saluto gioioso
proveniente dal cielo, quell' "Ave, rallegrati!".
La cupola della Basilica
è a forma di giglio rovesciato:
la radice è in alto.
È il luogo della verginità, della consegna,
del SI che ha cambiato le sorti del mondo.
Cadiamo in ginocchio davanti a una grotta,
dove c'è una scritta:
"qui il Verbo si è fatto carne",
VERBUM CARO HIC FACTUM EST.
Sroria e geografia di salvezza.
Baciamo questa terra in silenzio."
(di don Domenico Machetta, da "Grideranno le pietre", Elledici 1994 - N. 2: Nazareth)
"Ecco il Tabor davanti a noi,
maestoso e solenne!
Anche se non viene nominato
il luogo geografico,
nei racconti della Trasfigurazione
generazioni di cristiani hanno guardato
a questa montagna,
meditando quel su quel mistero.
Quanti santi sono saliti e rimasti là,
in silenzio...!
Saliamo anche noi,
per ascoltare la risposta del Padre
agli interrogativi di angoscia
che sorgono davanti al mistero
del dolore della Passione...!
Discorreremo anche noi con Gesù,
con Mosè ed Elia, dell'esodo messianico.
E allora questo sarà il Monte
che ci ricorda il nostro Mistero Pasquale,
il nostro destino glorioso.
Ma non possiamo salire da soli.
Saliamo portati da Gesù,
come Pietro, Giacomo e Giovanni."
(di don Domenico Machetta, da "Grideranno le pietre", Elledici 1994 - N. 13: Il Tabor)