Una sala colma di partecipanti ha assistito al Centro studi “San Nicola” di Squinzano all’incontro di apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Don Carlo Santoro, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ha sottolineato come “la Chiesa cattolica, dal Concilio Vaticano II in poi, ha fatto un notevole passo avanti nel cammino ecumenico. Il dialogo non si deve basare sulle idee, perché queste spesso generano ideologia e quindi lo scontro - ha continuato don Carlo - il secolo scorso siamo stati testimoni della firma fra cattolici e protestanti sul tema della giustificazione che inizialmente ci ha divisi. Ora abbiamo la stessa fede con il mondo evangelico sulla giustificazione. Ormai l’unità è diventata un cammino di popolo e non solo di vertici della chiesa. Noi, come confessioni, ci incontriamo anche sulla vita; si possono avere idee diverse, ma la vita è quella, non va interpretata. Tutti noi, in questo dialogo, siamo chiamati a vedere non solo gli errori degli altri, ma anche i nostri; gli errori si sono creati quando ci si è attaccati a cose non fondamentali e in questo modo si è creata la divisione”.
Padre Giovanni Giannoccolo, parroco ortodosso a Lecce per la arcidiocesi ortodossa d’Italia e di Malta del patriarcato ecumenico, ha incentrato il suo intervento sul mistero divino sottolineando come “non c’è niente di logico in un Dio unico, inaccessibile e trino; la logica umana, che è la filosofia applicata alla fede, è debole; l’unica via per la teologia è il misticismo. Il nostro catechismo è la divina liturgia e questa serve per unirci; non bisogna pensare a ciò che gli altri hanno di diverso da noi, ma a ciò che io posso imparare dagli altri; se non facciamo così diventiamo delle monadi; questa unità riguarda tutti noi, il dialogo deve avvenire sia nelle parrocchie che nelle comunità, anche con i non credenti che hanno la fede nell’umanità e credono nella bellezza, nell’arte, nella natura che sono tutte creazioni di Dio. È necessaria - continua padre Giannoccolo - una ricerca perenne dell’unità anche nelle parrocchie, perché le tensioni sono all’interno; diamoci del tempo per giudicare, perché dal cattivo giudizio vengono la separazione e l’esclusione’.
Tommaso Carpino, pastore pentecostale della chiesa evangelica italiana, suggerisce di continuare il cammino verso l’unità dei cristiani senza interruzione, senza inglobarlo solo in una settimana. “Quest’anno la mia chiesa ha avuto il dono di suor Chiara, medico e missionaria in Africa, - racconta - ed è proprio nel corso delle sue missioni che si è avvicinata per la prima volta al mondo protestante. Non capiva come i fedeli andassero ad ascoltare i protestanti e non i cattolici, il motivo era che in quella chiesa le donne avevano dignità, cosa non scontata in un continente così problematico. Se mi avessero parlato di questo incontro e di questa collaborazione solo un paio di anni fa non ci avrei creduto, come non avrei creduto di tornare in una chiesa cattolica ad ascoltare una messa; l’ho fatto quest’anno, ho partecipato ad una messa della facoltà teologica, il Signore ama stupirci. Il frutto dello spirito è la gentilezza e questo significa non solo essere accoglienti, ma più profondamente che lo spirito alberga dentro di te e quindi diventi uno strumento nelle mani di Dio. Quando raggiungi questo stato, non ti imponi, ma convinci. La prima donna evangelista della storia è la samaritana che incontrò Gesù al pozzo, è lei che Gesù convinse, è a lei che si rivolse con gentilezza ed è a lei che rivelò di essere il Messia. Noi dovremmo essere coloro che portano con la gentilezza l’amore di Dio nella vita degli altri”.
Don Tony Bergamo, teologo e rettore del seminario arcivescovile di Lecce, si è soffermato sulla differenza fra il tempo cronologico e il tempo propizio. “Il tempo propizio - spiega - è quello in cui Qualcuno entra e si fa prossimo con gentilezza; noi viviamo oggi un tempo così, travagliato, in cui sembra che le lacerazioni abbiano raggiunto un livello enorme, ma è un tempo in cui sperimentiamo l’esigenza di ritrovarci in un’unica realtà che è un amore forte, in cui la forza dello spirito bussa. Il tema di quest’anno collega la gentilezza umana alla divina Provvidenza che fa sì che il nostro cuore sia prossimo, sia carico di ospitalità. Noi siamo chiamati ad essere abitanti di quella santità ospitale che in Gesù è resa disponibile dalla forza dello spirito e che ci porta nel seno del Padre”.