Domani 15 febbraio alle 18 nella chiesa cattedrale di Lecce, l’arcivescovo mons. Michele Seccia durante la celebrazione eucaristica della VI domenica del tempo ordinario istituirà un lettore, nove accoliti e affiderà a trentadue fratelli e sorelle il mandato di ministro straordinario della comunione.
Questi fratelli, si sono preparati non soltanto attraverso la frequentazione della scuola teologica pastorale della diocesi, ma soprattutto attraverso la preghiera e il discernimento aiutati dai rispettivi parroci.
Nel Concilio Vaticano II è maturata la consapevolezza del ruolo attivo dei laici nelle celebrazioni liturgiche, nelle quali si compie l’ufficio sacerdotale di Cristo. Le azioni liturgiche afferma la costituzione Sacrosanctum Concilium “non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa… e appartengono all’intero corpo della Chiesa” (SC 26).
Coloro che hanno ricevuto il battesimo e la confermazione costituiscono un’assemblea sacerdotale che partecipa dell’offerta di Cristo al Padre. La celebrazione eucaristica è azione di Cristo e del popolo di Dio gerarchicamente ordinato.
Al termine del Grande Giubileo del 2000, nella sua lettera apostolica Novo millennio ineunte del 2001, San Giovanni Paolo II scriveva: “Accanto al ministero ordinato, altri ministeri, istituiti o semplicemente riconosciuti, possono fiorire a vantaggio di tutta la comunità, sostenendola nei suoi molteplici bisogni: dalla catechesi all’animazione liturgica, dall’educazione dei giovani alle più varie espressioni della carità” (Novo Millenium ineunte n.46).
I servizi che i laici possono offrire alle proprie comunità possono essere individuati a partire dalla partecipazione dei laici stessi alle funzioni profetica, sacerdotale e regale di Cristo in virtù del Battesimo e della Confermazione.
Il documento Ministeria quaedam con il quale San Paolo VI riformò la disciplina dei ministeri, specifica quali siano i compiti del lettore e dell’cccolito.
IL LETTORE
“Il lettore è istituito per l'ufficio, a lui proprio, di leggere la parola di Dio nell'assemblea liturgica. Pertanto, nella messa e nelle altre azioni sacre spetta a lui proclamare le letture della Sacra Scrittura (ma non il vangelo); in mancanza del salmista. recitare il salmo interlezionale; quando non sono disponibili né il diacono né il cantore, enunciare le intenzioni della preghiera universale dei fedeli; dirigere il canto e guidare la partecipazione del popolo fedele; istruire i fedeli a ricevere degnamente i sacramenti. Egli potrà anche - se sarà necessario - curare la preparazione degli altri fedeli, quali, per incarico temporaneo, devono leggere la Sacra Scrittura nelle azioni liturgiche. Affinché poi adempia con maggiore dignità e perfezione questi uffici, procuri di meditare assiduamente la Sacra Scrittura” (Ministeria Quaedam, V).
L’ACCOLITO
“L'accolito è istituito per aiutare il diacono e per fare da ministro al sacerdote. È dunque suo compito curare il servizio dell'altare, aiutare il diacono e il sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebrazione della santa messa; inoltre, distribuire, come ministro straordinario, la santa comunione tutte le volte che i ministri, di cui al can. 845 del CIC, non vi sono o non possono farlo per malattia, per l'età avanzata o perché impediti da altro ministero pastorale, oppure tutte le volte che il numero dei fedeli, i quali si accostano alla sacra mensa, è tanto elevato che la celebrazione della santa messa si protrarrebbe troppo a lungo. Nelle medesime circostanze straordinarie potrà essere incaricato di esporre pubblicamente all'adorazione dei fedeli il sacramento della santissima eucaristia e poi di riporlo; ma non di benedire il popolo. Potrà anche - in quanto sia necessario - curare l'istruzione degli altri fedeli, i quali, per incarico temporaneo, aiutano il Diacono e il sacerdote nelle azioni liturgiche portando il messale, la croce, i ceri ecc., o compiendo altri simili uffici. Egli eserciterà tanto più degnamente questi compiti, se parteciperà alla santissima eucaristia con una pietà sempre più ardente, si nutrirà di essa e ne acquisterà una sempre più profonda conoscenza.
L'Accolito, destinato in modo speciale al servizio dell'altare, apprenda tutte quelle nozioni che riguardano il culto pubblico divino e si sforzi di comprenderne l'intimo e spirituale significato: in tal modo potrà offrirsi, ogni giorno, completamente a Dio ed essere, nel tempio, di esempio a tutti per il suo comportamento serio e rispettoso, e avere inoltre un sincero amore per il corpo mistico di Cristo, o popolo di Dio, e specialmente per i deboli e i malati” (Ministeria Quaedam, VI).
IL MINISTRO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE
Per rispondere ad una esigenza sempre più diffusa, quella precisamente di dare a tutti coloro che desiderano e sono ben disposti la possibilità di comunicarsi, con una apposita Istruzione della Congregazione per la disciplina dei sacramenti dal titolo Immensae Caritatis, Paolo VI ha istituito questo speciale servizio di distribuire la comunione:
- durante la celebrazione della messa, a motivo di un grande affollamento di fedeli o per qualche particolare difficoltà in cui venga a trovarsi il celebrante quando non è presento un Diacono o un accolito;
- fuori della celebrazione della messa, quando per le distanze dei luoghi è difficile portare le sacre specie, soprattutto in forma di Viatico, a Malati in pericolo di morte, oppure quando il numero degli infermi, soprattutto negli ospedali o in istituti simili, richieda l’opera di più ministri.
L’accedere a questi ministeri suppone un’intensa vita di fede, la decisione di dedicarsi con assiduità a questi compiti e insieme la volontà di vivere la spiritualità, propria di questi ministeri per l’edificazione del Regno di Dio e la santificazione dei fratelli.