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FATICA: è una delle parole chiave che Papa Francesco indica nel suo messaggio per la 57ˆ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, «Le parole della vocazione».  Una parola che richiama il dono totale di sé e l’impegno appassionato.

 

 

Francesco parte dal racconto evangelico della notte tempestosa sul lago di Tiberiade (Mt 14,22-35) La parola «fatica» accompagna le altre parole-chiave:  gratitudine, coraggio e lode.

Navigare verso la giusta rotta non è un compito affidato solo ai propri sforzi e non dipende unicamente dal percorso che si sceglie di intraprendere. Dio ci indica, con il suo sguardo amorevole, la riva verso cui andare e ci dà il coraggio di salire sulla barca. Quando il cuore si apre alla gratitudine  e riesce a cogliere il Suo passaggio nella vita si delinea l’accoglienza.

La chiamata a lasciare la riva sicura per accogliere uno stato di vita - matrimonio, ordine sacro o vita consacrata – suscita, però, varie reazioni, tutte riconducibili a ciò che il Papa, nel suo  messaggio, definisce il “fantasma dell’incredulità”: «È proprio questa la strada giusta? Possibile che il Signore chieda questo proprio a me?». I dubbi, le difficoltà, la fatica che agitano la barca del cuore sono, tuttavia, già noti a Lui; per questo, Egli stesso rassicura ogni vocato: «Non avere paura, io sono con te!».

Sentiamo tutti quanto sia bello che ogni ragazzo/a e ogni giovane scopra e viva la propria vocazione; al contempo, siamo pure consapevoli di quanto sia faticoso per ciascuno di loro mettersi in ascolto della Parola del Signore ed accoglierla nella propria vita, costruendo con Lui il suo progetto di vita. Ma, per farlo, c’è bisogno della Chiesa, c’è bisogno della parrocchia:  è necessario che ogni comunità cristiana si alzi e si metta in movimento, anzitutto verso di loro per condividerne il cammino e, poi insieme, in modo credibile, andare verso il Signore. La pastorale vocazionale non è, infatti, un compito in più accanto ad altri che già impegnano i parroci, tanto meno una responsabilità data ad alcuni sacerdoti fra gli altri, perché la pastorale è tutta vocazionale. Incoraggiamo i sacerdoti e gli animatori vocazionali ad accostarsi con stima ai ragazzi e ai giovani e a dire loro insieme alle comunità: «Alzati, va’ e non temere!»

Se nelle diverse forme di consacrazione ci lasciamo travolgere dal pensiero delle responsabilità che ci attendono o delle avversità che si presentano, allora distoglieremo presto lo sguardo da Gesù e, come Pietro, rischieremo di affondare. Confidando, invece, in Lui e negli slanci che sa donarci, pur nelle nostre fragilità e povertà, la fede ci permetterà di camminare incontro al Signore Risorto e vincere anche le tempeste. Verrà, allora, il tempo della lode e della gratitudine.

Su questo argomento ci è offerta l’opportunità di seguire l’intervista in diretta streaming (con possibilità di fare domande) sul canale Youtube e sulla pagina Facebook del Centro regionale vocazioni della Puglia e di Portalecce a fr. Luciano Manicardi, priore della comunità monastica di Bose, stasera alle 20.

 

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