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I giovani dell'Arcidiocesi di Lecce nei prossimi mesi avranno un calendario ricco di appuntamenti. Di parte giovedì 8 novembre con la Scuola di preghiera nella chiesa di Cristo Re alle 20,30.

 

Ecco alcune date da tener bene a mente: domenica 16 dicembre ci sarà il ritiro vicariale di Avvento e alle 21 l'Accoglienza della Luce di Betlemme, un'iniziativa curata dal gruppo Agesci; il 4 e 5 gennaio un'uscita con il Vescovo Michele; sabato 26 gennaio la Gmg diocesana; domenica 24 marzo il ritiro di Quaresima e domenica 9 giugno la Giornata dei carismi e la Veglia di Pentecoste. Il programma completo negli allegati sotto l’articolo.

Proprio per questo abbiamo deciso di intervistare il direttore della pastorale giovanile di Lecce, don Alessandro Mele.

Don Alessandro, si vede chiaramente che sarà un anno ricco di novità. Tra questi abbiamo notato la scuola di preghiera che inizierà il giorno 8 novembre, ci può dire di cosa si tratta?

Abbiamo pensato insieme a tutta la consulta di offrire ai giovani dei momenti di preghiera e di riflessione perché tante volte sono affannati e non riescono a trovare degli spazi da dedicare a se stessi e a Dio. Una scuola di preghiera perché spesso i giovani non sanno pregare e soprattutto perché nessuno lo ha mai insegnato loro, a partire dalla preghiera del "Padre Nostro". L'obiettivo sarà donare loro, una volta al mese, dei momenti di incontro con dei personaggi biblici e indirizzarli verso uno stile di preghiera.

In un contesto in cui prevale la cultura dei surrogati quanto dovrebbe essere importante la preghiera per i giovani?

La preghiera per un giovane dovrebbe essere importante perché risponde a quella domanda di senso che è sempre appartenuta ad ogni essere vivente e soprattutto ai giovani di tutti i tempi. Una domanda rivolta direttamente e indirettamente  dai giovani alla Chiesa, durante il cammino sinodale appena concluso, e noi vogliamo dare una risposta a questo desiderio di ricerca di Dio proprio attraverso la preghiera. Perché spesso e volentieri i giovani ricercano dei surrogati convinti che possano condurli al trascendentale.

Un'ultima domanda. Che cosa dovrebbe fare un giovane per mettersi veramente in ascolto di Dio?

Un giovane per mettersi in ascolto di Dio deve fermarsi, fare silenzio e ascoltare quello che Lui ha da dire. E poi si deve mettere a tacere tutto quel frastuono perché spesso e volentieri le nostre giornate sono rumorose. E quando parlo con i giovani faccio riferimento  all'esperienza della notte, di una notte vissuta in una città illuminata e di una notte vissuta in montagna al buio. Ovviamente anche il cielo sarà diverso perché nella città sarà molto meno illuminato mentre in montagna si vedranno sicuramente molte stelle. Tante volte dovremmo spegnere quelle luci che riempiono le nostre giornate per riuscire a guardare quei piccoli dettagli dell'amore di Dio nella nostra vita.

 

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